Giovanni Padovani aveva nascosto dietro un albero il martello con cui ha ucciso Alessandra Matteuzzi
Giovanni Padovani aveva preparato "uno zainetto all'interno del quale metteva un martello, trovato sulle scale di casa, giustificando tale condotta con una presunta eventuale necessità di difesa. Entrato nel giardino condominiale toglieva il martello dallo zaino e lo appoggiava ad un albero". È quanto emerge dall'ordinanza con la quale il Gip del Tribunale di Bologna ha convalidato l'arresto e disposto il carcere per Giovanni Padovani, il calciatore 27enne che martedì si è presentato sotto casa a Bologna della sua ex compagna, la 56enne Alessandra Matteuzzi, e l’ha brutalmente uccisa.
Padovani aveva preparato quello zaino con l’arma del delitto prima di partire da Senigallia per andare a Bologna, dove viveva la vittima. Con quel martello l’uomo ha colpito fino a uccidere la ex compagna che lo aveva già denunciato per stalking.
Padovani deve restare in carcere perché è "l'unico presidio in grado di tutelare la collettività (e, in particolare, i familiari della Matteuzzi, esposti al rischio di ritorsioni o gesti connotati da pari carica aggressiva) dal ripetersi di gesti analoghi", scrive ancora il gip di Bologna Andrea Salvatore Romito nell'ordinanza con cui convalida l'arresto e dispone il carcere per il 27enne. L'udienza si era tenuta questa mattina.
"La personalità dell'indagato animato da un irrefrenabile delirio di gelosia e incapace di accettare con serenità il verificarsi di eventi avversi, come la cessazione di un un rapporto per di più caratterizzato da incontri sporadici", sono una "manifestazione di eccezionale pericolosità e assoluta incontrollabilità", scrive il giudice.
Alessandra Matteuzzi aggredita anche con una panca di ferro
Secondo i testimoni, Padovani avrebbe aggredito Alessandra anche con una panca in ferro battuto presente sotto l'atrio: l'avrebbe scagliata più volte contro la donna. Prima di scagliarle contro la panca, l'uomo avrebbe recuperato il martello che precedentemente aveva nascosto dietro un albero per colpirla.
Davanti al giudice l'indagato, difeso d'ufficio dall'avvocato Enrico Buono, si era avvalso della facoltà di non rispondere. "È molto provato", aveva detto l'avvocato ai giornalisti uscendo dal tribunale.
Padovani voleva un messaggio ogni 10 minuti
Alessandra Matteuzzi a fine luglio aveva presentato denuncia contro Giovanni Padovani, dal quale si era lasciata da qualche mese. Nella denuncia indicava la richiesta dell'uomo di ricevere un video ogni dieci minuti, da inviare su Whatsapp e dove fosse ben visibile l'orario e il luogo in cui si trovava. Il calciatore sospettava dei tradimenti: se la vittima non rispondeva alle telefonate, o se il video tardava, arrivavano scenate.