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Giovanni sceglie di entrare in coma. “Ora riposa tranquillo, ha insegnato ad amare la vita”

La famiglia di Giovanni Custodero, il 25enne pugliese entrato in sedazione profonda a causa di un sarcoma osseo, ha scritto in una lettera: “Ora riposa tranquillo, circondato dall’affetto delle persone più care, e consapevole del fatto che tutti voi state facendo il tifo per lui, senza mai dimenticare il messaggio che ha voluto diffondere in questi anni: amate la vita”.
A cura di Davide Falcioni
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Giovanni "ora riposa tranquillo, circondato dall’affetto delle persone più care, e consapevole del fatto che tutti voi state facendo il tifo per lui, senza mai dimenticare il messaggio che ha voluto diffondere in questi anni: amate la vita". Sono le parole scritte in una lunga lettera aperta dai familiari di Giovanni Custodero, il 25enne pugliese malato di sarcoma osseo – un grave tumore maligno – che due giorni fa ha annunciato su Facebook che, stremato dalla malattia e duramente provato dal dolore, ha scelto di farsi sedare per alleviare il suo malessere.

Ma chi è Giovanni Custodero? E perché la sua battaglia contro il tumore ha commosso milioni di persone? "Giovanni – racconta la famiglia – è un ragazzo come tanti, che nel 2015 all’età di 23 anni inizia ad avvertire un gonfiore alla caviglia sinistra, mentre giocava in qualità di portiere nella squadra di calcio a 5 del Cocoon di Fasano. Dopo diversi mesi, gli viene consigliato di recarsi a Firenze e a marzo 2016 viene a conoscenza della dura realtà: è stato colpito da una rara forma di sarcoma osseo in stadio avanzato. Chiunque sarebbe crollato, ma lui no. Lui decide di amputare l’arto fin sotto il ginocchio, se questo significa poter continuare a vivere, e di lì inizia a godersi ogni momento con la sua famiglia, la fidanzata e gli amici".

Giovanni non si arrende al tumore. Combatte come un guerriero e infatti, insieme all'amico Luigi, decide di realizzare delle magliette con l'immagine di un elmo e di raccontare sui social la sua battaglia, diventando ben presto un simbolo per molti altri malati nelle sue stesse condizioni: "Nel corso di questi anni – racconta la famiglia – le sfide sono tante: in seguito all’amputazione si trova ad affrontare altri 5 interventi, seguiti da cicli di radioterapia e chemioterapia, ma lui non smette mai di sorridere. Vive col sorriso perché pensa che la sua vita sarebbe finita con la prima diagnosi, ma da quel giorno ogni alba è per lui un regalo dal valore inestimabile".

Giovanni scriveva: "Chi non sorriderebbe di fronte ad un dono del genere? Cosa c’è di più bello di trascorrere un giorno in più con le persone che ami, di passare del tempo con quegli amici di una vita, di ascoltare e cantare a squarciagola quella canzone che ti piace, di sentire il rumore della pioggia in una giornata di tempesta o delle onde contro gli scogli in una serata in riva al mare? Che senso ha stare a pensare alle cose brutte che la vita ci mette davanti quando basta solo aprire gli occhi e guardare oltre le nostre paure per accorgerci di quante cose belle ci circondano? Molte delle cose che alla maggior parte delle persone appaiono ovvie, sono in realtà determinanti. Ad esempio, non mi ero mai accorto di quanto fosse bello il sole finché non sono stato in una stanza di ospedale per 20 giorni, di quanto indispensabile fosse l’amicizia finché non mi è servito un sincero abbraccio, di quanto importante fosse la famiglia fino a quando non è diventata il mio unico punto fermo…di quanto fondamentale fosse Amare, finché Amare non è diventata la mia unica ragione di vita”.

Alle prese con cure estenuanti, il "guerriero sorridente" ha deciso di tenere un vero e proprio "diario" sulla sua bacheca Facebook confidando le sue più profonde emozioni. In un post di dicembre, ad esempio, raccontava che da un mese era bloccato nel letto allo stremo delle forze: “Non augurerei questa sofferenza neanche al mio peggior nemico, ma qualcuno doveva pur beccarsela”. Giovanni ha trascorso le feste natalizie insieme alle persone più care poi, stanco, ha deciso di farsi sedare per alleviare i dolori. "La sedazione continua e profonda – racconta la famiglia – è un trattamento sanitario al quale si ricorre per consentire a un paziente terminale di non provare dolore dopo che le altre terapie sono risultate inefficaci. Ora riposa tranquillo, circondato dall’affetto delle persone più care, e consapevole del fatto che tutti voi state facendo il tifo per lui".

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