Giovanni, dal dormitorio a una nuova casa: “Finalmente ricomincio a vivere, ora mi serve un lavoro”
Era un uomo arrivato fino al 2002 Giovanni, ma racconta di aver fatto l'errore di cambiare lavoro, "la nuova ditta ha fallito in sei mesi e mi sono ritrovato a dover saltare da un lavoro all'altro, molti mesi di inattività, poi la tristezza, qualche scelta sbagliata e alla fine ho terminato i risparmi e mi sono ritrovato per strada".
Il 2020 è stato durissimo, tanto che Giovanni è costretto a entrare in un dormitorio pubblico nel centro di Torino, alle spalle del Consiglio Regionale del Piemonte, e a restare lì per molti mesi prima di riuscire ad acciuffare un'opportunità. "L'estate è stata lunga, lunghissima, senza niente da fare – racconta Giovanni a Fanpage.it – in questo periodo però sto partecipando a un progetto dell'Ufficio Pio di Torino, che mi sta consentendo di formarmi per diventare un educatore. Ho sempre lavorato nel settore ICT, nell'informatica, quindi mi sto proponendo come educatore per i cosiddetti ‘silver', le persone un po' avanti nell'età che hanno bisogno di aiuto per gestire le pratiche burocratiche attraverso gli smartphone".
Giovanni è nato a Torino, ma i suoi amici non sanno della sua condizione: "Ci sentiamo attraverso i social, ma non ci vediamo da un po' – spiega – non me la sento di farmi vedere così. Un tempo avevo tutto e adesso sto cercando di ricostruire la mia vita, mi farò vedere da loro quando sarò a posto".
Anche se Giovanni non ha figli, è stato comunque accolto nella Casa dei Padri Separati da Luigi Ronzulli: "Questa casa è un luogo per condividere progetti comuni – spiega Luigi – e Giovanni è una persona gentile, che merita un'opportunità per riprendersi. La solitudine e la povertà crescente trovano una cura nella condivisione di spazi, di progetti e di vita".
Adesso Giovanni vive in una casa vera e ha dei progetti per il futuro: "Adesso ci vuole il lavoro – spiega – se anche non dovessi riuscire nel progetto ne cercherei uno qualsiasi. Avere una casa è un grande passo in avanti, mi consente di ricominciare, ma adesso ci vuole un lavoro".