Giovani medici esclusi dalla specializzazione pronti a fare ricorso: “Troppe irregolarità”
Sono pronti a presentare ricorso i migliaia di giovani medici rimasti fuori dalle scuole di specializzazione. Consulcesi, gruppo legale specializzato nel settore medico e sanitario, ha pubblicato una nota in cui denuncia le "troppe irregolarità" nei concorsi. Gli esclusi sono o 6.700, su un totale di oltre 13mila aspiranti. Il punto, secondo il gruppo, sono le "troppe sedi d'esame" – 449 – le incertezze sui programmi, "ma soprattutto condizioni ambientali non uniformi". Le eccessive sedi, in particolare, sarebbero incongrue rispetto a un sistema di selezione oramai su gradutatoria nazionale. Altro punto contestato è il ricorso a strutture attrezzate in maniera non adeguata, sia dal punto di vista tecnologico sia da quello strutturale, personale d'aula troppo eterogeneo – anche e soprattutto nella formazione – e regole non applicate uniformemente per tutti.
E poi i contenuti. Secondo la nota, i giovani medici lamentano l'inclusione nella prima prova del test, comune a tutti i candidati, di "quesiti riguardanti il triennio pre-clinico, con argomenti ritenuti poco adatti a valutare le competenze del medico, in quanto non contemplati dalla medicina clinica".
Sotto accusa anche il meccanismo di formazione e scorrimento delle graduatorie. "Anche quest’anno, per il terzo anno di fila da quando è stato introdotto il nuovo sistema di selezione, sollecitiamo il ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca affinché aggreghi le sedi del concorso in una sede unica, come avviene peraltro per altri concorsi caratterizzati da un numero di partecipanti a volte anche più elevato", si legge nella nota. Un accorgimento che "consentirebbe di ridurre in maniera sensibile le difformità e di garantire il merito dei candidati, a nostro avviso unico criterio sul quale dovrebbe essere basata una selezione pubblica".