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Giovani e università, un laureato su quattro è senza lavoro

Lo rivela l’ultimo rapporto AlmaLaurea condotto su 64 atenei e 450 mila studenti: dal 2008 ad oggi la percentuale di neolaureati che cercano lavoro senza riuscirci è raddoppiata. Diminuite anche le retribuzioni.
A cura di Biagio Chiariello
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Il XVI rapporto di AlmaLaurea, il consorzio interuniversitario che riunisce 64 atenei italiani, ha diffuso nuovi dati che – per quanto ce ne fosse bisogno – confermano quanto la crisi economica si sia abbattuta impetuosamente sull'occupazione giovanile e sulla retribuzione dei neolaureati. Dal 2008, infatti, la percentuale di coloro che hanno terminato gli studi universitari e cercano un lavoro senza riuscirci è più che raddoppiata. Per architetti, medici, veterinari e laureati in giurisprudenza, è addirittura triplicata. Più precisamente i neo laureati disoccupati sono il 26,5% di chi ha terminato un corso triennale, il 22,9% di quelli con specialistica e il 24,4% di chi ha una laurea magistrale a ciclo unico. Dati clamorosi se si pensa che nel 2007, primo anno dei numeri AlmaLaurea, le cifre erano assai diverse con tassi di disoccupazione di oltre la metà rispetto a quelli odierni. Ma anche nel 2008, primo anno in cui i numeri hanno iniziato purtroppo a crescere, i senza lavoro si attestavano al 15,1% per i laureati di primo livello e al 16,2% del secondo.

Male anche le retribuzioni. Nel 2008 i neo laureati che riuscivano a avere un contratto a tempo indeterminato erano il 41,8% dei "triennali" e il 33,9 degli specialistici. Oggi si è passati rispettivamente al 26,9 per cento e al 25,7 per cento. Anche le retribuzioni sono diminuite: nel 2008 un ragazzo al primo contratto guadagnava 1.300 euro al mese, nel 2013 solo 1.000. Una diminuzione del 20 per cento circa. C'è poi da dire che oggi solo il 30% dei diciannovenni si iscrive a un programma di studi di livello universitario. Un dato, quello sulle iscrizioni del 2012 rilevato XVI rapporto di AlmaLaurea, che porta al fallimento di quello che era l'obiettivo fissato dalla Commissione Europea per il 2020, cioè il conseguimento del 40% di laureati nella popolazione tra i 30 e i 34 anni. Ad oggi, tra i 25 e i 34 anni ha infatti un titolo di istruzione di terzo livello solo il 21% contro il 59% del Giappone, il 47% della Gran Bretagna, o il 43% di Francia e Stati Uniti. L'Italia è pesantemente sotto la media Ocse (39%) e di quella dell'Ue a 21 (36%).

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