Giovane rom espulso dall’Italia, paese dove è nato e cresciuto
Espulso dall'Italia, dopo aver trascorso ventiquattro anni della sua vita nel nostro Paese che, d'altronde, era anche il suo paese, visto che era nato a Moncalieri, vicino Torino. Il giovane rom, però, secondo il giudice che si è occupato del suo caso, andava espulso e mandato nel suo paese di origine, ossia la Serbia. Il ragazzo è atterrato a Belgrado ieri sera: Dejan Lazic non era mai stato nel paese dal quale provenivano i suoi genitori. Si è ritrovato, così, in una nazione sconosciuta, in una città a lui estranea, senza avere la possibilità di aspettare che il giudice decidesse sul suo ricorso, visto che permaneva in Italia senza il permesso di soggiorno.
Dejan ha lasciato la sua famiglia in Italia ed è partito senza conoscere la lingua del suo paese d'origine: durante l'infanzia, il ragazzo ha frequentato la scuola elementare, seppur non presentandosi alle lezioni con assiduità e costanza. Quando è diventato maggiorenne, però, non ha fatto alcuna richiesta per ottenere la cittadinanza italiana e ha condotto la sua vita tra lavori saltuari e di fortuna, venendo anche condannato per tentato furto a scontare una pena di cinque mesi di detenzione.
Attualmente, il ragazzo era rinchiuso nel Cie di Milano: il giudice di pace ha notificato al ragazzo il decreto di esplusione. Un altro giudice a Modena, però, ha stabilito che i figli degli stranieri residenti in Italia, anche se non sono in possesso del permesso per soggiornare nel nostro Paese, non possono essere trattenuti dal Centro di Identificazione ed Espulsione, in quanto la legge Bossi-Fini, nei loro casi, non va applicata. Gli avvocati del ragazzo, però, hanno presentato ricorso e l'udienza si terrà il 3 maggio, anche se Dejan già è stato espulso dall'Italia.
Nel decreto di espulsione è scritto che Dejan si sarebbe sottratto ai controlli delle frontiere: la dichiarazione è stata firmata dal ventiquattrenne il quale, secondo il legale difensore, avrebbe apposto la firma senza sapere nemmeno il significato del testo che si apprestava a sottoscrivere, in quanto è analfabeta. Anche se il giudice accogliesse la domanda di ricorso, non è detto che il giovane potrà ritornare in Italia e non è affatto sicuro che possa ottenere il permesso di soggiorno e, quindi, diventare a tutti gli effetti un cittadino italiano.