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Processo sulla morte di Stefano Cucchi

Giovanardi: “Di cosa dovrei chiedere scusa? Stefano Cucchi è morto a causa della droga”

“Di cosa devo chiedere scusa? Non mi vergogno di nulla, le perizie hanno sempre escluso morte per percosse, prendetevela con loro. Dissi che le guardie carcerarie erano vittime come Cucchi, per loro fu un calvario. Tutte le perizie dicono che la prima causa di morte di Cucchi è stata la droga e sicuramente la droga è stata una concausa del suo destino. Prima di condannare i carabinieri facciamo finire i processi, poi eventualmente paghino”, ha dichiarato l’ex senatore Carlo Giovanardi a La Zanzara.
A cura di Charlotte Matteini
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L'ex senatore Carlo Giovanardi non ha alcuna intenzione di chiedere scusa alla famiglia Cucchi per aver sostenuto per anni che Stefano, morto nel 2009 dopo essere stato arrestato da alcuni carabinieri a Roma, fosse deceduto non per le percosse ma perché drogato. Nonostante le clamorose rivelazioni del carabiniere Francesco Tedesco, imputato nell'ambito del processo per la morte di Stefano Cucchi, che ha spiegato come la notte dell'arresto Stefano fu picchiato a sangue da suoi colleghi, Giovanardi insiste nel sostenere che Cucchi sarebbe morto a causa della droga: "Non devo chiedere scusa alla famiglia Cucchi, perchè dovrei farlo?", ha dichiarato alla trasmissione di Radio24 "La zanzara".

"Di cosa devo chiedere scusa? Non mi vergogno di nulla, le perizie hanno sempre escluso morte per percosse, prendetevela con loro. Bisogna vedere nel corso del processo se le botte carabinieri sono state la causa della morte e poi bisogna chiedere scusa alle guardie penitenziarie assolte dopo sei anni di calvario", ha proseguito Giovanardi.

"Dissi che le guardie carcerarie erano vittime come Cucchi, per loro fu un calvario. Tutte le perizie dicono che la prima causa di morte di Cucchi è stata la droga e sicuramente la droga è stata una concausa del suo destino. Prima di condannare i carabinieri facciamo finire i processi, poi eventualmente paghino", ha concluso Giovanardi.

Nel 2015, in seguito all'assoluzione da parte della Corte d'Appello di Roma dei tre medici, delle tre guardie penitenziarie e dei sei infermieri imputati nell'ambito del primo processo per la morte di Cucchi, Giovanardi dichiarò: "Stefano Cucchi era stato già ricoverato per 17 volte a causa di percosse, lesioni, ferite determinate nell’ambiente in cui viveva. Mi domando: è possibile che la diciottesima volta sia stato picchiato da tre agenti di custodia? In tribunale quegli agenti sono stati assolti per due volte. Ogni altra ricostruzione del caso è di natura ideologica. Era un tossicodipendente, aveva fatto uso di eroina, cocaina e varie altre droghe. Era uno spacciatore”.

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