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Giornata mondiale della Vitiligine: “Fatti grandi passi, ma c’è ancora chi esclude i malati”

Oggi si celebra la Giornata Mondiale della Vitiligine, la malattia che ricopre la pelle di chiazze a bassa pigmentazione: “Le persone tendono ad escludere i malati”.
A cura di Elia Cavarzan
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Persona affetta da Vitiligine, Foto Ass. Adivit
Persona affetta da Vitiligine, Foto Ass. Adivit

La vitiligine è una malattia della pelle che si manifesta con la formazione di chiazze cutanee acromiche in vari distretti corporei. Non ci sono dati sicuri sul numero di persone affette: si stima che colpisca circa l’0,5-2% della popolazione mondiale.

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Nonostante sia considerata una patologia solo di tipo “estetico”, è tra le malattie con i più bassi indici di qualità della vita, per l’impatto psicologico “devastante” che causa nei pazienti. Lo spiega bene Lorenza Dalla Pozza dell'associazione Adivit e paziente affetto vitiligine: "Per me è stato molto stressante all'inizio combattere questa malattia, come donna mi vergognavo di queste macchie sulle pelle", ha raccontato a Fanpage.it.

Associazione Adivit, Lorenza Dalla Pozza
Associazione Adivit, Lorenza Dalla Pozza

Il Dottor Matteo Bordignon, medico dermatologo e ricercatore di fama internazionale, è da sempre in prima linea nella ricerca di una cura per la vitiligine e coordina un gruppo multidisciplinare di ricerca dell’Università degli Studi di Padova. Dieci anni fa la scoperta della proteina MIA (acronimo per Melanoma Inhibitory Activity), in cui la si identificava come possibile reale causa dell’espressione clinica della patologia: “Abbiamo finalmente dimostrato che la proteina chiamata MIA è presente nella pelle dei pazienti affetti da vitiligine".

Dottor Matteo Bordignon
Dottor Matteo Bordignon

Le ricerche del Dottor Bordignon hanno segnato un vero e proprio spartiacque all'interno dello scibile medico relativo alla vitiligine: "La scoperta della proteina MIA è la conferma definitiva che la cura di tale patologia non passa esclusivamente per l’inibizione del sistema immunitario, strada che fin qui ha dato pochi risultati in termini di ripigmentazione per i nostri pazienti, ma deve necessariamente coinvolgere il blocco della funzionalità della proteina MIA e lo stimolo dell’adesività dei melanociti".

E mentre il mondo medico riesce a dare risposte sempre più mirate ed efficienti alla cura della vitiligine, e in questo l'ateneo Patavino ha fatto da apripista mondiale, esistono anche associazioni come quella di Adivit che cerca di fornire assistenza psicologica e medica ai pazienti di vitiligine: "Grandi passi sono stati fatti per arrivare alla normalizzazione di questa malattia, ma ancora c'è chi tende a guardarti male, ti esclude, ti teme ed il rischio è quello della perdita della sicurezza, dell'infelicità e della chiusura in sé stessi", conclude Lorenza Dalla Pozza.

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