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Giornata mondiale contro il fumo, il 12,9% ha cominciato prima dei 15 anni

Nel 2015 il numero di fumatori italiani si è ridotto molto poco rispetto al 2014. Chi si avvicina al tabacco, dunque, equipara il numero di chi invece si convince ad abbandonarlo.
A cura di Redazione
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In Europa si fuma sempre di meno, ma in Italia sembra che l'abitudine sia più dura a morire. Per la Giornata mondiale senza Tabacco, celebrata il 31 maggio, è stato reso noto il Rapporto sul Fumo dell'Istituto Superiore di Sanità, secondo cui il numero di fumatori nel 2015 è solo leggermente in calo rispetto all'anno precedente. A fumare sono 10,9 milioni di italiani, ossia il 20,8% della popolazione, distribuiti tra 6,3 milioni di uomini (il 25,1% della popolazione maschile) e 4,6 milioni di donne (il 16,9% della popolazione femminile). Roberta Pacifici, Direttore dell’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga dell’ISS, parla di "situazione di stallo" poiché cominciano a fumare tanti giovani quanti adulti smettono. Una situazione che porta all'esigenza di ripensare "le strategie di intervento sulla prevenzione nei giovani e di cessazione".

L'età media del fumatore è di 44,7 anni, mentre quella della prima sigaretta coincide con i 17,9 anni (17,0 anni gli uomini, 19,1 le donne), quella dell'ultima prima di chiudere con il vizio è di 42 anni. Gli ex fumatori sono 6,3 milioni (il 12,1%), di cui 4 milioni di uomini e 2,3 milioni di donne. In realtà, se le attese facevano sperare in percentuali maggiori di ex e minori di nuovi fumatori, bisogna anche riconoscere che è stata registrata una leggera flessione nel numero di "viziosi", soprattutto tra le donne. Nel 2014 le fumatrici erano il 18,9%, oggi sono il 16,9%. Gli uomini si mostrano più legati al tabacco, calando dal 25,4% del 2014 al 25,1% del 2015.

Preoccupante il numero medio di sigarette consumate. Quotidianamente, infatti, sono 13, attestando chi consuma dalle 10 sigarette al dì al 75%, mentre il 16,7% resta al di sotto della doppia cifra. Il 73% dei fumatori comincia a fumare tra i 15 e i 20 anni, mentre il 12,9% inizia anche prima. L'influenza dei coetanei resta la motivazione principale a spingere verso il vizio del tabacco, mentre convince a smettere di fumare soprattutto la preoccupazione per le condizioni di salute, seguita da motivazioni economiche (soprattutto tra gli uomini) e da gravidanza. In quell'occasione le donne, smettendo di fumare per la salute della prole, rendono definitivo l'allontanamento dal tabacco. L'importanza del movente economico sembra essere confermato anche da una sostanziale resistenza della percentuale di chi sceglie la sigaretta "fatta in casa": nel 2013 era scelta dal 9,6% dei fumatori, nel 2014 dal 18% e nel 2015 dal 17%.

Per quanto concerne la strategia anti-fumo, si mette in evidenza un lieve aumento dei Centri Antifumo del Sistema Sanitario Nazionale, a cui nell'80% dei casi gli utenti ricorrono su iniziativa personale. Il Telefono Verde contro il Fumo (800.554.088) ha ricevuto un'impennata di telefonate, probabilmente a seguito dell'inserimento dei riferimenti sui pacchetti di sigarette. Oggetto della telefonata è spesso il desiderio di smettere di fumare, mentre l'assistito è soprattutto di sesso maschile (3.477 utenti, 64,2% delle chiamate) e residente nel Sud Italia (42% delle chiamate).

[Foto da Pixabay]

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