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Giornata degli Stati Vegetativi tra polemiche e divisioni

Il nove febbraio, si celebra la prima Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi. La scelta della data, l’anniversario della morte di Eluana Englaro è stata interpretata da più parti come una strumentalizzazione politica.
A cura di Nadia Vitali
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In un comunicato del 26 novembre 2010 il sottosegretario al Ministero della Salute, Eugenia Roccella, comunicava l’istituzione in Italia della prima Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi da celebrare in data 9 febbraio 2011, in coincidenza con il secondo anniversario della morte di Eluana Englaro. Una scelta, quella della data, che ha immediatamente prestato il fianco a critiche e polemiche per un’azione definita da Beppino Englaro “inopportuna ma soprattutto indelicata”; difficile non leggere dietro questo avvenimento l’ennesima, triste, petulante strumentalizzazione politica di un dolore personale e privato che, a tutti i costi, deve uscire dal circuito intimo della famiglia per essere gettato nelle fauci di sostenitori, più o meno convinti, di traballanti e poco chiare teorie bioetiche.

La stessa Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, del resto, in una nota del 28 novembre scriveva che “il Centro di Ateneo di Bioetica, in questi anni, si è fatto interprete di una lunga, articolata, motivata campagna a difesa della vita di Eluana Englaro, ma ha sempre ritenuto prima, e ritiene ora, che il rispetto per la stessa Eluana Englaro imponga di non usarne la vicenda per scopi politici”e quindi “questi stessi motivi  inducono a ritenere sbagliata e non condivisibile la proposta di celebrare questa giornata il 9 febbraio”. Anche "Avvenire" pone l’accento sull’importanza di non strumentalizzare politicamente la celebrazione ma di vedere in essa solo il giusto riconoscimento a delle persone (sono circa 2500 in Italia) che vivono una condizione difficilissima, circondati da familiari ed amici che, non di rado, si sentono abbandonati al proprio dolore e alle proprie difficoltà.

Eppure la scelta di questo giorno così infelice per tutte le persone che hanno vissuto i dolorosi diciassette anni del coma della ragazza al suo fianco, lascia davvero poco all’immaginazione e poco contribuisce a placare gli animi, oltretutto in vista del 21 febbraio data in cui il ddl sul biotestamento giungerà alla Camera. Il sottosegretario Eugenia Roccella precisa: “Con questa giornata il ricordo di Eluana non sarà più una memoria che divide ma un momento di condivisione per un obiettivo che ci unisce tutti”; tutti, escluso chi l’ha conosciuta ed amata davvero e non per farne il simbolo di una bandiera. Amici, familiari ed un padre per il quale il 9 febbraio sarà “la giornata del silenzio”: un rispettoso silenzio che tutti dovremmo tributare ad una giovane vita finita tragicamente, in luogo di chiassose chiacchiere e di applausi non voluti.

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