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Omicidio Giulia Cecchettin

Giornata contro violenza sulle donne, Elena Cecchettin: “Dobbiamo reagire, nessuno provi più questo dolore”

In occasione della Giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne Elena, sorella di Giulia Cecchettin, ha pubblicato un lungo post sul suo profilo Instagram. “Serve una rivoluzione culturale, che insegni il rispetto, l’educazione, l’affettività. Che insegni ad accettare i no, che le donne non sono proprietà di nessuno”, ha scritto.
A cura di Eleonora Panseri
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"Questa casa, che fino a poco più di un anno fa era troppo piccola, ora sembra così vuota, così grande e spenta. Così il vuoto che mi porto dentro per la tua assenza. Così il vuoto di quando ti cerco per raccontarti di quello che mi succede, dimenticandomi che non ci sei più. Così grande, così incolmabile il vuoto che la tua assenza lascia dentro di me".

È Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, la ragazza di 22 anni uccisa lo scorso 18 novembre dall'ex fidanzato Filippo Turetta, a scrivere queste parole in un lungo post pubblicato su Instagram per il 25 novembre, Giornata per l'eliminazione della violenza sulle donne.

La ragazza ha rotto il silenzio degli ultimi giorni affidando i suoi pensieri al social network. "Così grande la rabbia come il dolore nel realizzare che la tua assenza, la tua morte sono state causate da un individuo con un nome e un cognome. Un individuo che si è sentito autorizzato a portarti via da me. Un individuo che non è stato educato al consenso, al rispetto e alla libertà di scelta", continua Elena.

Decide di non scrivere il nome e il cognome del ragazzo accusato dell'omicidio della sorella, fuggito in Germania dopo il delitto e rientrato nella giornata di oggi in Italia. Ora Filippo Turetta si trova detenuto nel carcere di Verona.

Nel post che Elena dedica alla sorella Giulia non c'è però solo il dolore per averla persa ma anche tanta forza e speranza per un futuro diverso, migliore. La ragazza si è fatta anche nei giorni scorsi promotrice di un cambiamento che si basi sulla promozione della cultura del consenso.

Il post si chiude così: "Affinché nessuno più debba sentire il vuoto che sento io, il dolore lancinante che nel buio della mia camera sento incessantemente, dobbiamo reagire. Ci deve essere un cambiamento, una rivoluzione culturale, che insegni il rispetto, l’educazione, l’affettività. Che insegni ad accettare i no, che insegni che le donne non sono proprietà di nessuno".

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