Giornalisti aggrediti a Roma dai bodyguard del presidente Bolsonaro: “È un attacco alla stampa”
Gli hanno storto il braccio e poi strappato il cellulare dalle mani prima di gettarlo a terra. È questo quando denunciato dal giornalista brasiliano Jamil Chade, corrispondente in Europa per Universo online, che domenica pomeriggio è rimasto vittima di un'aggressione a Roma da parte degli agenti di sicurezza del presidente brasiliano Bolsonaro. Pochi attimi, raccontati non solo a parole ma anche attraverso un filmato condiviso sul proprio profilo Twitter, nel quale si vede il reporter che dopo aver provato ad avvicinare Bolsonaro per porgli delle domande, tra le quali la sua mancata presenza al prossimo summit sul clima, è stato allontanato prima e poi aggredito da due bodyguard del presidente brasiliano.
"Stavamo seguendo Bolsonaro in piazza Navona, a un certo punto un uomo della sicurezza ha aggredito prima un mio collega di Globo tv, poi è venuto verso di me – ha scritto il giornalista Jamil Chade, su Twitter – mi ha torto il braccio, mi ha strappato il cellulare di mano e l'ha lanciato in terra, solo perché stavo filmando la scena. È un attacco alla stampa, nessuno è intervenuto in nostra difesa". L'episodio è avvenuto in pieno centro a Roma, in via della Cuccagna, la stradina che collega piazza Navona a Corso Vittorio Emanuele, durante una passeggiata di Bolsonaro nella capitale dove si è recato nei giorni scorsi per prendere parte al G20. Tra gli agenti di sicurezza del presidente anche agenti della Questura di Roma che secondo quanto si apprende ha fatto sapere che Bolsonaro è stato fatto salire in auto per sicurezza perché c’era troppa gente in piazza e intorno a lui. La Questura ha però negato qualsiasi tipo di aggressione.
Intanto il reporter brasiliano poche ore fa ha postato sempre sui social la foto della denuncia che ha presentato alle forze di polizia italiane circa l'episodio avvenuto. Ma l'aggressione sarebbe avvenuta non solo nei suoi confronti ma anche verso due reporter di GloboNews che, secondo Chade, sono stati attaccati da agenti italiani: "Uno è stato spinto contro un'auto. Bolsonaro e il suo team di comunicazione hanno visto tutto. a non mi è mai successa una cosa del genere". "I sostenitori di Bolsonaro erano liberi di circondarlo e di farsi le foto con lui, mentre noi giornalisti siamo stati aggrediti senza che l'ufficio di comunicazione della presidenza brasiliana muovesse un dito", conclude il reporter.