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Giornalista annuncia su Facebook aggressione subita: muore poche ore dopo

Il fatto è accaduto nella Repubblica Dominicana, dove le autorità locali hanno parlato di abuso di alcol. Restano aperti, tuttavia, diversi interrogativi.
A cura di Redazione
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Paolo Moschini.
Paolo Moschini.

Paolo Moschini era un giornalista mantovano di 55 anni, collaboratore della Voce di Mantova, che si dedicava, oltre al lavoro, al volontariato e alle missioni di pace. Moschini si trovava a Pedernales, cittadina di 13.000 abitanti nel sud-ovest della Repubblica Dominicana, dove tornava periodicamente per questioni di salute e dove stava anche lavorando per realizzare un reportage da Anse-au-Pitre. Martedì 10 marzo, alle 8.10, Moschini pubblica un post sulla sua pagina Facebook. E' l'ultima comunicazione proveniente direttamente dal giornalista mantovano, in cui si fa riferimento ad un'aggressione subita, alla messa in fuga dei criminali e all'intenzione di andare a denunciare l'accaduto ai militari. Sotto al suo stesso post, il giornalista precisa che uno degli aggressori sembrava disarmato, mentre l'altro aveva perso il machete. Seguono i commenti dei suoi amici e la richiesta di aggiornamenti, che, purtroppo, arrivano molto tempo.

Paolo Moschini viene dichiarato morto poche ore dopo dall'ospedale Elio Fiallo. Ad annunciarne il decesso, secondo la stampa locale, è Eleuterio Cuevas Herasme, portavoce della Procura locale che parla di "overdose di alcol". La dinamica dell'incidente, tuttavia, continua a destare qualche perplessità. Il giornalista viene dichiarato morto alle 2 di notte dell'11 marzo (le 7, ore italiane); circa 23 ore dopo l'aggressione denunciata su Facebook. Secondo Hoy, giornale digitale che ha riportato la notizia, la morte sarebbe giunta dopo un'ingestione di alcol durata "tre giorni, senza mangiare". La moglie di Moschini, Eleonora Antonietta, precisa a Italiachiamaitalia: "non voglio che mio marito passi come un alcolizzato, perché non lo era. Mio marito era un amante del giornalismo, scriveva, era una persona libera, amava la natura ed era per i diritti umani. Si batteva per questo". Hoy, peraltro, pubblica le immagini dall'obitorio, nella quale si scorge molto sangue uscire dal naso. Il tentativo di fare chiarezza, tuttavia, viene ulteriormente limitato dall'assenza nella Repubblica Dominicana di un'ambasciata italiana, conseguenza dei tagli imposti alla Farnesina.

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