Giorgio Parisi a Fanpage.it: “Quarta ondata contenuta. Senza vaccini più morti di marzo 2020”
"Le vaccinazioni sono state fondamentali, ci hanno permesso di contenere la quarta ondata. Senza vaccini a causa della variante Delta avremmo avuto una situazione peggiore rispetto a quella del marzo 2020". A dirlo, in un'intervista rilasciata a Fanpage.it, il professor Giorgio Parisi, presidente dell’Accademia dei Lincei e tra i fisici italiani più stimati nel mondo, scienziato che fin dall’inizio dell'emergenza sanitaria si è dedicato allo studio dei numeri e dell'andamento dei contagi dell’epidemia di Sars Cov 2. Abbiamo intervistato Parisi a una settimana dalla pubblicazione della Clarivate Citation Laureates, classifica che comprende i ricercatori le cui pubblicazioni scientifiche sono fra le più citate al mondo e che viene considerata una sorta di anticamera del premio Nobel. "Il problema – dice scherzando il professore – è che se uno poi nell'anticamera ci rimane non è una bella sensazione. Scherzi a parte, sono molto soddisfatto. È la prima volta che questo riconoscimento viene assegnato a un italiano, lo considero un premio collettivo che si estende a una comunità di più di 500 collaboratori con i quali ci siamo divertiti nel cercare di svelare i misteri della natura. Il 5 ottobre, data di consegna del Nobel, terrò il telefono acceso".
Parliamo della pandemia. I dati sui contagi in Italia da settimane sono in miglioramento. La quarta ondata è stata tenuta a bada dalla campagna di vaccinazione?
I vaccini sono stati determinanti, se non ci fossero stati avremmo avuto una situazione peggiore del marzo 2020 perché la variante Delta è decisamente più contagiosa rispetto alla Alfa, che a sua volta lo era molto di più rispetto al virus originale. Senza vaccini avremmo avuto un disastro, come accaduto in India mesi fa, dove infatti è emersa la mutazione B.1.617.2. (Delta): è difficile quantificare con esattezza cosa sarebbe successo, ma possiamo stimare almeno 4-500 morti al giorno e non meno di 4 mila persone ricoverate in terapia intensiva. Sarebbe stata una tragedia. Il nostro sistema sanitario non avrebbe retto.
Cosa dobbiamo aspettarci per l’autunno e l’inverno?
Me lo chiedo spesso. Innanzitutto dobbiamo sperare che non emerga una nuova variante più contagiosa, quindi è fondamentale vaccinare velocemente i paesi in via di sviluppo. In assenza di varianti penso si possa essere moderatamente ottimisti: seppur lentamente, la campagna vaccinale in Italia sta proseguendo e le fasce d'età più responsabili della diffusione del virus, cioè gli under 40, hanno finora risposto molto bene. Più aumenta la copertura dei vaccini, meno sono le probabilità che si scatenino nuove ondate. L'unico dubbio a questo punto riguarda le scuole dell'infanzia, le elementari e i primi anni delle medie, ma per il momento non sembrano arrivare scricchiolii neanche da quelle direzioni.
Crede che andrebbero vaccinati anche i bambini di età inferiore a 12 anni?
Ema ed Aifa non hanno ancora autorizzato il vaccino per i più piccoli quindi per ora è inutile discuterne. Ad ogni modo coi dati attuali sulle infezioni nelle scuole penso sarebbe una follia vaccinare tutti gli studenti, ma se tra qualche mese ci troveremo con migliaia di bambini contagiati al giorno il discorso sarà diverso.
Ha accennato al rischio che emergano nuove varianti dai paesi poveri, dove i vaccini scarseggiano. Come va affrontato questo tema?
Il Presidente del Consiglio Draghi ha promesso che l'Italia donerà 45milioni di dosi di vaccino ai paesi in via di sviluppo. È un importante passo in avanti rispetto ai 15 milioni previsti precedentemente, ma penso non sia sufficiente; servirebbero almeno 100milioni di dosi ma soprattutto uno sforzo collettivo da parte di tutti i governi delle nazioni più ricche. Un vaccino AstraZeneca ha un costo di circa 6 euro e ne servirebbero almeno 2miliardi di dosi. Conti alla mano, si tratta di 12miliardi di euro, una sciocchezza per i paesi occidentali; l'Italia stessa potrebbe improntare da sola un miliardo di euro senza difficoltà. Questi soldi vanno tirati fuori velocemente, vanno acquistate subito dosi di vaccino e vanno immediatamente somministrati. In futuro, poi, si dovrà organizzare anche una produzione in loco, ma per ora non si riuscirà ad aprire nuovi stabilimenti. Dobbiamo correre, non c'è più tempo da perdere.