Gioele morto nell’incidente, papà chiarisce: “Parabrezza rotto risale ad altro impatto”
Daniele Mondello smentisce che il parabrezza dell'Opel Corsa di sua moglie Viviana Parisi si sia danneggiato nell'impatto del 3 agosto sotto la galleria della A20 Messina-Palermo. "Il parabrezza dell'auto di Viviana era già lesionato prima del 3 agosto scorso: si era rotto durante un sinistro precedente a quella data", dichiara attraverso il suo legale, l'avvocato Pietro Venuti. Proprio il vistoso danno al parabrezza, per gli inquirenti, poteva essere la prova della gravità dell'incidente andato in scena in autostrada, giustificando quindi una piccola macchia di sangue trovata sul capo del piccolo Gioele in sede di esame medico legale. Da qui l'ipotesi che il bimbo fosse morto a causa dell'incidente di cui è rimasto vittima con mamma Viviana Parisi. Un'ipotesi, evidentemente, che dopo la precisazione di Daniele Mondello dovrà trovare altri riscontri.
Proseguono, intanto, i rilievi in casolari, allevamenti, abitazioni rurali nel luogo in cui sono stati ritrovati i resti di Viviana e del figlioletto di 4 anni. Si tratta di ispezioni con il luminol che hanno l'obiettivo di rintracciare, attraverso la presenza di macchie di sangue o altre tracce biologiche, l'eventuale passaggio di mamma e figlio in quei luoghi. In queste ore verranno valutati anche gli esiti degli esami sulla Opel Corsa di Viviana e quelli dell'esame medico legale sui resti. Attraverso i proprio legali, invece, le famiglie Mondello e Parisi esprimono forti dubbi sulla efficenza delle ricerche andate in scena per oltre dieci giorni nelle campagne di Caronia. Ricerche che hanno individuato il corpo di Viviana sotto il traliccio solo quattro giorni dopo che era stato immortalato dai droni dei vigili del fuoco. I resti del piccolo sono stati invece individuati da un volontario, Giuseppe Di Bello, nel corso della battuta di ricerche organizzata da Daniele Mondello lo scorso 19 agosto.
Dall'autopsia sui resti attribuiti al figlioletto di Viviana e Daniele, al momento, non sono emersi elementi che aiutino a chiarire la dinamica della morte. Secondo il pool di esperti incaricato dal procuratore Angelo Cavallo dell'esame, i frammenti sarebbero compromessi dalla predazione della macro-fauna locale. Difficile dunque, stabilire con esattezza la causa della morte, tuttavia riguardo alla data e al luogo della morte, risposte potrebbero arrivare dal lavoro dell'entomologo forense Stefano Vanin, incaricato di studiare le larve presenti sui resti. "Sono stati raccolti un sacco di elementi sia per quanto riguarda la componente medica che veterinaria ed entomologica – ha detto dopo dall'autopsia al Policlinico di Messina – abbiamo chiesto 90 giorni e faremo l'impossibilità per starci".