Gioele Mondello, trovati resti compatibili con il figlio di Viviana Parisi: ‘C’è la conferma ufficiale’
Quello che tutti temevano è avvenuto. Dopo giorni di ricerche incessanti che hanno visto l'impegno di decine di uomini, volontari e da questa mattina anche l'Esercito, il corpo del piccolo Gioele Mondello – figlio di Viviana Parisi – è stato rinvenuto, purtroppo senza vita. È stato uno dei volontari, un carabiniere in congedo, impegnato nelle ricerche guidate stamane dal papà Daniele Mondello a fornire una segnalazione di resti trovati a poche centinaia di metri dal traliccio, nella stessa zona impervia in cui è stato trovato anche il corpo della mamma. Sul posto si sono recate le forze dell'ordine ed è stato allertato il procuratore di Patti, Angelo Cavallo. "Ci sono resti compatibili con un bambino di quella età" ha dichiarato il Procuratore spiegando che la certezza arriverà solo dagli esami medico legali sui resti anche se ci sono pochi dubbi. "Hanno trovato qualcosa ma non sappiamo cosa. Siamo qui in attesa di capire", aveva detto la zia di Gioele negli attimi successivi alla segnalazione del volontario. La zona del ritrovamento, che era stata già battuta più volte dalle forze dell'ordine, è stata inibita all'ingresso dei giornalisti e della folla di volontari e curiosi.
Procuratore: "L'autopsia sarà eseguita a brevissimo"
"Procederemo con un primissimo riconoscimento mostrando oggetti ai familiari per conferma che appartenessero a Gioele" ha aggiunto il procuratore, tra gli oggetti si sono scarpette e brandelli di magliette. I resti del cadavere rinvenuti sono stati già portati via per gli esami medico legali tra la disperazione dei parenti del piccolo Gioele tra cui il nonno che si sono buttati sulla bara piangendo. "Ora si procederà con gli accertamenti medico legali e la comparazione del dna. L'autopsia sarà eseguita a brevissimo" ha spiegato il Procuratore. Solo con la prova del dna infatti ci sarà la conferma definitiva che si tratti di Gioele Mondello. Intanto le indagini proseguono per accertare quanto accaduto. "Siamo sempre stati convinti che il bambino si trovasse in questa zona, non possono dire se il posto in cui è stato ritrovato è il posto in cui è morto, questo ritrovamento escluderebbe la pista familiare ma restano altre piste aperte" ha spiegato lo stesso Cavallo.
La scomparsa di Gioele Mondello
Il bambino risultava disperso dopo essere scomparso il 3 agosto scorso insieme alla mamma Viviana Parisi. La deejay di 43 anni è stata poi trovata morta nelle campagne di Caronia, nelle vicinanze dell'autostrada A 20 Messina-Palermo, mentre di suo figlio per giorni non erano state trovate tracce. Suo padre, Daniele Mondello, aveva ripetutamente lanciato appelli rivolgendosi a eventuali testimoni e chiedendo loro di mettersi quanto prima in contatto con i soccorritori impiegati nelle ricerche del bimbo di 4 anni. Per giorni e giorni circa 70 persone, tra vigili del fuoco, agenti di polizia, protezione civile, carabinieri e guardia di finanza – supportati dalle unità cinofile – hanno perlustrato campagne e boschi di Caronia. Questa mattina si erano uniti alle ricerche decine di volontari e anche l'Esercito. Le ricerche si sono concentrate soprattutto intorno alla zona dove è stato ritrovato il corpo della madre di Gioele per spingersi fino a dove, secondo i soccorritori, un bimbo di appena quattro anni impaurito sarebbe potuto riuscire ad arrivare in una fitta boscaglia. Il procuratore che coordina le indagini, Angelo Cavallo, nei giorni scorsi ha dichiarato che quasi certamente il piccolo Gioele si trovava in macchina con la mamma Viviana al momento dell’incidente. Sono infatti stati trovati dei video che confermerebbero questa circostanza e anche una telefonata al numero di emergenza, oltre ad alcune testimonianze di persone che a lungo sono risultate poi irreperibili.
Cosa sappiamo della morte di Viviana Parisi e Gioele Mondello
Stando a quanto accertato finora la mattina del 3 agosto Viviana Parisi ha preso il piccolo Gioele ed è andata in direzione Milazzo, avvisando il marito che avrebbe acquistato al figlio delle scarpe nuove al centro commerciale. La donna – stando a quanto riferito dal marito – da tempo soffriva di uno stato di disagio emotivo e in due diverse occasioni era stata trasportata in ambulanza in ospedale, dove le erano stati prescritti dei tranquillanti leggeri. Nelle ultime settimane tuttavia stava meglio, quindi aveva smesso di assumerli. Una telecamera la inquadra quel 3 agosto mentre imbocca l’autostrada a Milazzo, dirigendosi verso Palermo e interrompendo il percorso a Sant’Agata, dove si ferma per 22 minuti, per poi re-immettersi in autostrada. Un lasso temporale che per un po' aveva fatto sperare che Viviana avesse lasciato Gioele a qualcuno per proseguire da sola.
Nella galleria Pizzo Turda Viviana cerca di superare un furgone ma lo urta. La donna, al volante di una Opel grigia, sbanda poi riesce a fermarsi nella piazzola subito fuori dalla galleria. Sul furgone viaggiano due operai di una ditta che fa manutenzione autostradale. I due scendono a posizionare il triangolo e avvertire gli automobilisti dell’incidente, quindi si voltano e vedono la donna in lontananza e delle persone ferme nello stesso spiazzo. Per i primi giorni saranno gli unici testimoni dell’incidente. Grazie a una telefonata fatta al numero unico di emergenza gli inquirenti riescono a risalire ad altri due testimoni: due ragazzi di Palermo. Sono loro a dare la descrizione degli altri quattro e a raccontare che padre e figlio hanno tentato di seguire la donna, che dopo aver lasciato la vettura nella piazzola dell’autostrada ha percorso a piedi un tratto di strada. Verrà trovata morta giorni dopo a un chilometro e mezzo di distanza. Di Gioele, però, nessuna traccia fino a oggi.