Gioele, l’uomo che ha trovato i resti del bimbo: “Hanno perso tempo, dovevano chiamarci prima”
"Peccato che ci abbiano pensato così tardi, andava fatto subito. Qui la macchia mediterranea è bruttissima". Alle 7.30 di ieri mattina Giuseppe Di Bello era alla stazione di servizio Ip della strada statale 113, tra Torre del Lauro e Marina di Caronia. Era insieme ad alcuni amici, arrivato dopo avere letto su Facebook l'appello di Daniele Mondello, padre di Gioele. Non sapeva ancora che di lì a qualche ora sarebbe toccato proprio a lui scoprire i resti umani compatibili con il bambino scomparso.
Per Di Bello, la popolazione locale avrebbe dovuto essere coinvolta nelle ricerche molto prima. "Appena hanno trovato la signora – affermava in un'intervista a Fanpage.it ieri mattina – Chi meglio dei pastori? Chi meglio di gente che va a funghi come me? Non è che tutti sono pratici a infilarsi in mezzo ai boschi". Poche ore dopo quelle battute, il suo falcetto e la sua abilità gli sono serviti per rinvenire il corpo devastato di un bimbo di tre, quattro anni. Per la conferma che si tratti di Gioele Mondello bisognerà attendere l'esame del dna ma, a meno di clamorosi risvolti, al momento non sembrano esserci dubbi.
Domande, invece, si accavallano a proposito dell'operato dei ricercatori. Com'è possibile che non siano bastati 16 giorni a decine di professionisti per trovare il corpo a poche centinaia di metri di distanza dal luogo in cui è stato ritrovato il cadavere della madre, la dj 43enne Viviana Parisi? Perché a un cercatore di funghi, ex carabiniere in pensione, di ore ne sono bastate poco più di un paio? "Ci sono tanti livelli di ricerche – si difende Ambrogio Ponterio, responsabile per i vigili del fuoco di Messina – C'è un tipo di ricerca che si fa quando si cercano persone vive, un altro tipo quando si cercano persone morte e un altro tipo ancora quando si cercano resti praticamente introvabili". E i droni, lanciati in volo giorni fa, a poco sono serviti per vedere quello che si nascondeva tra i cespugli, forse nella tana di un animale selvatico.
"Io non sono arrivata direttamente lì – interviene la dottoressa Pina Certo, consulente di parte della famiglia Mondello – Era pieno di sterpaglie". È stata lei, però, a confermare che i resti rinvenuti fossero quelli di un bambino, nonostante lo stato in cui si trovassero. "Abbiamo trovato la testa, la gabbia toracica, frammenti di ossa dello scheletro costale…", spiega, prima di interrompersi. Una spiegazione dettagliata richiesta alla luce delle numerose informazioni parziali che si sono succedute durante tutto il pomeriggio di ieri. Oltre all'autopsia, saranno fatti esami istologici, tossicologici ed entomologici.