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Omicidio Giulia Cecchettin

Gino Cecchettin sul colloquio tra Turetta e il padre: “Tutti dovremmo aiutare questa famiglia, non accanirci”

Gino Cecchettin, papà di Giulia, la 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta l’11 novembre 2023, è tornato a parlare in un’intervista del colloquio in carcere tra l’assassino della figlia e il padre. “Quello che tutti dovremmo fare è aiutare la famiglia Turetta. Dovrebbe essere il nostro dovere: aiutare un uomo che sta vivendo un momento di grande difficoltà, non accanirci contro di lui”, ha detto.
A cura di Eleonora Panseri
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Il papà di Giulia Cecchettin, Gino
Il papà di Giulia Cecchettin, Gino
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"Quello che come società tutti noi, nessuno escluso, dovremmo fare è aiutare la famiglia Turetta. Questo dovrebbe essere il nostro dovere: aiutare un uomo che sta vivendo un momento di grande difficoltà, non accanirci contro di lui". A parlare è Gino Cecchettin, papà di Giulia, la 22enne uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta l'11 novembre 2023.

In un'intervista al Corriere della Sera pubblicata oggi, lunedì 5 agosto, è tornato sulle parole pronunciate da Nicola Turetta durante il colloquio con il figlio Filippo dopo l'arresto che nelle scorse settimane hanno scatenato polemiche e diviso nettamente l'opinione pubblica, tra chi ha condannato l'uomo e chi lo ha invece difeso.

"Tutti si sono fatti un'opinione e hanno sentito il bisogno di esprimerla. Chi lo ha criticato come chi lo ha difeso. Io no, non entro nel merito, non giudico", ha osservato Cecchettin che in questi mesi sta girando l’Italia per presentare il libro Cara Giulia, che ha dedicato alla figlia vittima di femminicidio.

Parlando del discorso intercettato e inserito dagli inquirenti negli atti del processo a carico del ragazzo, che inizierà il 23 settembre, il padre di Cecchettin aggiunge: "Farle uscire a distanza di 9 mesi non ha avuto alcun senso, a mio avviso". "Niente mi può fare male quanto la morte di Giulia. Niente è paragonabile a ciò che ho passato e sto passando. Ma quelle intercettazioni hanno fatto male prima di tutto ai Turetta e poi a tutti noi, alla società intera".

Per l'uomo, infatti, "accanirsi contro un papà che sta vivendo un momento di grande difficoltà è sbagliato. Noi tutti dovremmo pensare a questa famiglia, a come aiutarla. Noi come singoli e come società dovremmo porci questo tema. Hanno un altro figlio questi genitori e devono poter andare avanti al meglio. – ha detto ancora Cecchettin durante l'intervista – Il nostro compito è costruire valore".

Nei confronti dei familiari dell'assassino della figlia, Cecchettin non si è mai accanito e non ha mai parlato di vendetta, mantenendo sempre un atteggiamento molto rispettoso e comprensivo. Come spiega nell'intervista, ha mantenuto anche i contatti con il papà del ragazzo ("Ci sentiamo o ci scriviamo durante le feste. A Natale, a Pasqua, momenti così"). Ma, quando gli viene chiesto se hanno mai parlato dei rispettivi figli, Gino risponde: "No, non ancora".

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