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Omicidio Giulia Cecchettin

Gino Cecchettin su arringa della difesa di Turetta: “Io nuovamente offeso e memoria di Giulia umiliata”

Gino Cecchettin, papà della 22enne Giulia uccisa un anno fa dall’ex fidanzato Filippo Turetta ora a processo, si è espresso sui suoi canali social sulla requisitoria in aula della difesa del 22enne reo confesso. “Mi sono sentito nuovamente offeso e la memoria di mia figlia è stata umiliata”
A cura di Gabriella Mazzeo
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"La difesa di un imputato è un diritto inviolabile, ma è importante mantenersi in un certo limite mentre si esercita questo diritto e il confine è dettato dal buon senso. Io ieri mi sono sentito nuovamente offeso e la memoria di Giulia è stata umiliata". Si esprime così Gino Cecchettin, papà della 22enne Giulia sequestrata e uccisa dall'ex fidanzato Filippo Turetta per il quale è stato chiesto l'ergastolo, attraverso il suo profilo Facebook e la sua pagina Instagram. Nella giornata di ieri, martedì 26 novembre, si è tenuta la requisitoria della difesa del 22enne a processo. In questo contesto, gli avvocati hanno affermato che la lista di oggetti redatta da Turetta prima dell'omicidio testimonia "la premeditazione di un sequestro, non di un omicidio".

Parole che hanno indignato l'opinione pubblica e che ora hanno spinto il papà della 22enne di Vigonovo a prendere posizione. "Quando si esercita il diritto inviolabile della difesa per un imputato – scrive Cecchettin – bisogna mantenersi entro un limite che, pur non essendo formalmente codificato, è dettato dal buon senso e dal rispetto umano. Travalicarlo rischia di aumentare il dolore dei familiari della vittima e di suscitare indignazione in chi assiste". Cecchettin termina il suo post spiegando di essersi sentito offeso e di aver sentito la memoria di Giulia umiliata.

Tantissimi i commenti al post di Cecchettin e le attestazioni di stima e vicinanza degli utenti. "Impossibile non rimanere indignati – scrive una donna sul profilo Instagram del papà di Giulia -. Ancora una volta calpestano la memoria di una ragazza dolcissima e l'anima di tutte le donne". "La difesa di un imputato deve limitarsi a ottenere per lui una pena corretta – scrive un'altra utente – scevra da desideri di vendetta e commisurata a quello che ha fatto. Non deve minimizzare la sua colpa. La differenza è sottile, ma forse netta".

il post di Gino Cecchettin sui social
il post di Gino Cecchettin sui social

Per Turetta, il pm Andrea Petroni ha chiesto l'ergastolo, spiegando che il femminicidio della studentessa di Vigonovo prossima alla laurea è stato l'ultimo atto del controllo che il 22enne voleva esercitare su di lei. A testimonianza di questa affermazione, il pm ha citato le liste che Turetta aveva redatto dei comportamenti di Giulia e il diario che la ragazza aveva scritto per ricordare a se stessa i motivi che l'avevano spinta a lasciare il 22enne suo compagno di corso. Per il pm, Turetta voleva controllare le frequentazioni, le amicizie e le uscite dell'ex fidanzata e il sequestro con conseguente delitto è "l'ultimo atto di prevaricazione".

Nella sua ricostruzione, Petroni spiega anche che Turetta non avrebbe mai pensato di costituirsi alle forze dell'ordine che lo stavano cercando, ma sarebbe "preparato all'arresto" perché "aveva finito le risorse per fuggire". Prima di essere fermato, infatti, il 22enne avrebbe provato a cancellare tutte le tracce, comprese quelle del suo cellulare. Sull'auto, infatti, il Ris ha riscontrato perfino segni di pulizia dei vetri.

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