Il ricordo di Giulia Cecchettin con un minuto di rumore ma il preside dice no: “Seguite strada del silenzio”
Un minuto di rumore per Giulia Cecchettin, è quello che hanno voluto dedicare oggi gli studenti dell'Università di Padova alla giovane vittima di femminicidio a un anno dalla morte della 22enne per mano del suo ex fidanzato Filippo Turetta. Alla presenza del padre di Giulia, Gino Cecchettin, gli studenti dell'ateneo in cui la 22enne studiava hanno fatto partire un minuto di rumore in ricordo della giovane nel cortile del dipartimento di ingegneria. Una scena che non si è ripetuta però al liceo ‘Tito Livio' di Padova, dove Giulia aveva frequentato gli anni delle superiori, perché il Preside ha detto no.
"Ad un anno dal femminicidio di Giulia, riunirci per condividere un momento che ha colpito fortemente tutti noi studenti, risulta fondamentale. Un anno fa ci si era promessi che Giulia doveva essere l'ultima, ma ciò non è stato. Come un anno fa, quindi, nel cortile del DEI vogliamo continuare a portare avanti il ricordo di Giulia e di quei giorni, perché non possiamo più essere statistiche da raccontare in un rapporto" ha dichiarato una rappresentante dei movimenti studenteschi universitari, aggiungendo: "Non siamo solo vittime di un uomo che ci uccide, ma di un sistema patriarcale che glielo consente".
Alle altre vittime di femminicidio è andato il pensiero anche di Gino Cecchettin, l'ultimo a parlare prima del minuto di rumore per Giulia. "Grazie a tutti di essere qui in ricordo di Giulia, ma io vorrei estendere il vostro tempo e la vostra commozione a tutte le vittime di femminicidio" ha affermato infatti il papà della 22enne. "Per me è un immenso piacere vedervi qui, simbolo che amavate Giulia, amavate quello che rappresentava. Adesso estendiamo a tutte le vittime del femminicidio questo momento" ha aggiunto.
Il preside del liceo di Giulia invece ha detto no e con una circolare ha esortato i ragazzi "ad interiorizzare questo evento", e a seguire "la strada del silenzio. Un silenzio rispettoso di Giulia, della sua famiglia, di quanti hanno sofferto la tragedia".
"Da quell'11 novembre in poi sono ancora tantissime le donne vittime. Ognuna di loro è una vita, una vita persa, ma sono anche affetti che sono mancati a tantissime persone. Ricordiamoci che la vita è sacra, è l'unico dono che ci è fatto dal momento in cui siamo in questo mondo, e non abbiamo il diritto di decidere per la vita altrui. Fermiamoci prima, ricordiamoci che il modo giusto per vivere la vita è dando sfogo alle nostre emozioni positive e non a quelle negative" ha proseguito Gino Cecchettin, concludendo: "Vi invito a vivere sempre e nell'amore, e Giulia su questo mi ha insegnato tantissimo. Ancora un grazie; io sono molto commosso per vedervi così numerosi, e spero che da qui possa partire un messaggio di benevolenza, affinché non si possano vivere momenti come quelli che abbiamo vissuto l'anno scorso".