Gino Cecchettin: “Avvilente paragonare la vita di Giulia a una cifra”. E per Turetta non esclude il perdono
Non è questo il momento del “perdono” ma non esclude che qualcosa potrà cambiare col tempo Gino Cecchettin, il papà di Giulia. Lo dice rispondendo a una domanda di Gianluigi Nuzzi in una intervista a “Quarto Grado” parlando del ragazzo che ha ucciso sua figlia, Filippo Turetta, condannato all’ergastolo in primo grado.
“Mi ci vorrà del tempo, ma potrebbe essere una tappa. Nel momento in cui il percorso viene fatto da entrambi, nel modo giusto. Quindi ci deve essere chiaramente un perdono sincero, e un percorso riabilitativo di un certo tipo. Immagino ci voglia del tempo, perché si arrivi a questo, ma io non lo escludo…ecco”, le parole di Cecchettin nell’intervista andata in onda venerdì sera. "Filippo dovrebbe, probabilmente – ha aggiunto il padre di Giulia Cecchettin – aiutare a capire il fenomeno che l'ha portato a fare quello che ha fatto. Quello potrebbe essere un contributo. Cosa si scatena nella mente di chi arriva a fare un gesto di questo genere? Perché lui l'ha provato e, quindi, con onestà e sincerità, unito a un professionista che riesca a fare breccia su quello che è stato il suo percorso. Così potrebbe aiutare chi, come lui, è in quella condizione”.
Gino Cecchettin ha ricordato anche la giornata del 3 dicembre, quando è arrivata la sentenza per Turetta. "Quei pochi minuti, durante la sentenza hanno cambiato totalmente il mio punto di vista. Come padre non è cambiato nulla, perché da un anno a questa parte non ho Giulia e non c'è giorno che non sia uguale all'altro. Mi sveglio la mattina con il dolore, il dolore di una mancanza forte. E si sente. Si sente come non mai. Anzi, più passa il tempo, più, quando penso a Giulia, ho un dolore più profondo. E quindi, da quel punto di vista, sapevo che la sentenza non avrebbe fatto differenza", ha raccontato.
E ha commentato anche la scelta dei giudici di escludere le aggravanti di stalking e crudeltà per l’assassino di Giulia. “Noi non possiamo sapere che cosa ha attraversato Giulia. Una pressione di presenza, sia sui social che reale, è da considerarsi stalking – ha risposto Cecchettin – Perché quando arrivano centinaia, se non migliaia, di messaggi al giorno, te lo ritrovi di fronte alla fermata dell'autobus. Sicuramente Giulia non deve aver attraversato dei momenti felici. Poi, sul fatto che non avesse paura, non lo possiamo dire solo perché sia uscita quel giorno lì. Magari Giulia quando vedeva Filippo tranquillo non aveva paura. Poi quando mandava migliaia di messaggi, in quel caso lì, magari si preoccupava”.
Sulla crudeltà, secondo Cecchettin “Giulia l’ha attraversata tutta, penso non serva neanche discuterne”. Nell’intervista l’uomo ha fatto riferimento anche al risarcimento economico indicato in sentenza: “Questo è il momento dove ho sentito, forse, più disgusto. Perché, per forza di cose, viene paragonata la vita a una cifra. Ed è quanto di più avvilente un essere umano possa sentire perché non c’è nessuna cifra che possa riparare l'affetto mancato di una figlia. Quindi, ecco, forse ho iniziato a sentirmi male proprio da quel momento lì. Quando ho sentito Giulia paragonata a delle cifre, come se tutto fosse quantificabile in questa vita".