Gino Cecchettin al processo per il femminicidio della figlia Giulia: “Non c’è giorno in cui non pensi a lei”
"Oggi non sto sicuramente bene, ma non c'è giorno in cui non pensi alla mia Giulia e a tutto quello che ho perso con lei". A parlare è Gino Cecchettin, papà della 22enne uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta, all'uscita dell'aula dove si è tenuta la prima udienza del processo contro il ragazzo.
Il procedimento si è aperto oggi, lunedì 23 settembre, presso la Cittadella della Giustizia di Piazzale Roma a Venezia. L'imputato è accusato di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona, occultamento di cadavere e stalking e rischia l'ergastolo.
"Sono sicuro che la giuria e i giudici sapranno giudicare con correttezza. Quello che è successo lo sappiamo tutti, sentire costantemente quanto è accaduto è rinnovare il mio dolore ma ho piena fiducia nelle istituzioni. Quindi, sono sicuro che la pena giusta sarà quella che la giuria deciderà di comminare", ha aggiunto Cecchettin, rispondendo alle domande dei giornalisti.
Turetta non era presente in aula oggi. "Sarà al processo quando verrà il momento", ha spiegato a Fanpage.it il suo legale, Giovanni Caruso. Una scelta che ha lasciato il padre della vittima, parte civile nel processo (insieme ai figli Elena e Davide, lo zio Alessio e la nonna di Giulia, Carla Gatto, oltre all'Associazione Penelope, Differenza Donna e Udi Roma, i comuni di Vigonovo e di Fossò), "indifferente".
E a chi gli chiede se ha paura di un confronto con l'imputato in aula, Gino ha risposto: "No, perché dovrei? Il danno ormai l'ha fatto. Non ho niente da dirgli".
Il papà di Giulia Cecchettin, dopo il femminicidio della figlia, ha dato vita a una Fondazione per combattere il fenomeno della violenza di genere. Un lavoro, ha precisato l'uomo, che proseguirà in maniera indipendente rispetto al processo: "Un conto è giudicare un reato, un altro prodigarsi per far sì che questo non succeda più. Questo è quello che farò con la Fondazione e con le associazioni che stanno lottando contro la violenza sulle donne".
"Oggi penso sia un atto dovuto e di rispetto verso la Corte e i giudici, – ha detto ancora Cecchettin parlando della sua presenza in aula durante questa prima udienza – per le prossime deciderò di volta in volta".
A Gino è stato anche chiesto di parlare degli altri due figli, Elena e Davide. "Cosa gli ha detto oggi?", ha chiesto una giornalista. Cecchettin ha risposto: "Non abbiamo toccato l'argomento del processo, li ho salutati come faccio tutte le mattine".
Ha collaborato Chiara Daffini