Gina Lollobrigida, giudice ordina di portare via preziosi e suppellettili: “Vogliono farmi morire”
"Hanno deciso di farmi morire in modo ignobile, neanche come si farebbe con i delinquenti", così Gina Lollobrigida si è sfogata dopo aver scoperto che un giudice ha autorizzato il suo amministratore di sostegno a prelevare da casa sua ogni oggetto di valore e suppellettile prezioso per collocarlo in un caveau o in un deposito e quindi sottrarlo al suo uso quotidiano. "In un paese civile non è tollerabile che avvengano dei soprusi così gravi e ingiusti", ha dichiarato l'attrice in una nota fatta pervenire dal suo ufficio stampa. "La signora Gina Lollobrigida ha appreso in data odierna che ieri, 13 maggio, su richiesta dell'amministratore di sostegno ed a sua insaputa, è stato emesso un provvedimento dal Giudice Tutelare, in forza del quale l'amministratore di sostegno è stato autorizzato a prelevare dalla abitazione della stessa tutti gli oggetti preziosi, tra i quali, espressamente indicati, ‘gioielli, quadri, suppellettili, mobili, lampadari e altro', affinché vengano riposti in un caveau o in deposito a pagamento" spiega la nota
Secondo lo staff dell'attrice novantaduenne, si tratta di una decisione assurda, in quanto la priva della possibilità di godere di tutti i suoi beni, costringendola a vivere nella sua abitazione "non solo in una inevitabile condizione di precarietà e evidente disagio pratico derivante dall'asporto della mobilia e perfino dei lampadari", ma anche in una condizione di disagio psicologico in quanto "spogliata dei suoi ricordi, in quanto oggetti che l'hanno accompagnata nel corso della sua vita".
Gina Lollobrigida dichiarata "non più autonoma" dal Tribunale
Gina Lollobrigida è stata dichiarata "non più autonoma" dal Tribunale nel dicembre scorso con conseguente nomina di un amministratore di sostegno incaricato di occuparsi della gestione societaria e del patrimonio immobiliare della diva. Una decisone mai accettata dall'attrice giudicata dai periti "Confusa e suggestionabile" con “momenti di autentico disorientamento spazio temporale per lo più innestati da tematiche persecutorie”. Tutto era partito da una vicenda clamorosa, il matrimonio con un imprenditore catalano molto più giovane, Francisco Rigau Rafols, di cui lei ha sempre sostenuto di non sapere nulla e finito anche in Tribunale. Gina Lollobrigida infatti ha accusato l'uomo di averla ingannata sposandola per procura senza che lei ne fosse consapevole e con l'unico scopo di poter ereditare tutti i suoi beni. Processato per truffa e uso di atto falso, l’imprenditore è stato assolto nel 2017 ma nel 2019 la Sacra Rota ha annullato le nozze.
Il furto dei preziosi in casa
L'attrice è stata protagonista anche di un altro caso singolare avvenuto appena un mese fa quando proprio alcuni di quegli oggetti di valore portati via erano stati protagonisti di un furto. Un colpo scoperto solo per caso e di cui l'attrice non si era accorta di nulla e di conseguenza, non aveva nemmeno sporto denuncia. A ritrovare la refurtiva composta da penne d’argento, collane con perle, monete rare, orologi preziosi e addirittura statuette del David di Donatello, erano stati gli agenti a seguito di una perquisizione in casa di un uomo per altri motivi. L'uomo aveva raccontato che erano regali della stessa Gina Lollobrigida soddisfatta di alcuni lavori di ristrutturazione che lui aveva fatto nella sua villa