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Covid 19

Gimbe: “Green pass alla francese inapplicabile per carenza di vaccini e rischio discriminazione”

L’utilizzo del green pass sul modello francese, “seppur auspicabile, è poco applicabile a breve termine per vari ostacoli come l’indisponibilità di vaccini per tutti coloro che vorrebbero riceverli e la non gratuità dei tamponi” spiega Nino Cartabellotta, Presidente Gimbe. Secondo il monitoraggio, nel terzo trimestre dell’anno rischiamo di poter contare solo su 45,5 milioni di dosi di vaccino anti covid a Mrna, la metà di quelle previste.
A cura di Antonio Palma
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Mentre i contagi tornano a salire a causa della variante delta, in Italia si fa sempre più largo l’idea di adottare un green pass esteso alla francese, una strategia per aumentare i vaccinati su cui il governo sta discutendo ma che, secondo la fondazione Gimbe, non è applicabile a breve termine a causa della scarsità di vaccini disponibili dopo lo stop ai vaccini a vettore adenovirale come AstraZeneca e johnson & Johnson per molte categorie di persone e il flop di Curevac. “A Fronte dell’avanzata della variante delta preoccupano la persistente esitazione vaccinale di oltre 2,2 milioni di over 60, la carenza di dosi che impone alle regioni continui Stop&Go delle agende e il drastico calo delle prime somministrazioni” avvertono infatti dalla fondazione Gimbe nel solito monitoraggio settimanale sull'andamento della situazione epidemiologica nel nostro Paese. Secondo Gimbe nel terzo trimestre dell’anno rischiamo di poter contare solo su 45,5 milioni di dosi di vaccino anti covid a Mrna, la metà di quelle previste.

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Aumentano i contagi ma calano decessi e ricoveri covid

Sul fronte dei nuovi casi e dei ricoveri, il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 7-13 luglio 2021, un incremento del 61,4% di nuovi casi rispetto a quella precedente e conferma invece il calo di decessi e casi attualmente positivi. “Un netto incremento settimanale, peraltro sottostimato da un’attività di testing in continuo calo, che rende impossibile un tracciamento adeguato dei contatti” spiega Nino Cartabellotta, Presidente Gimbe. Dall’inizio di maggio, infatti, il numero di persone testate settimanalmente si è progressivamente ridotto del 56,3%. Il trend conferma anche il calo dei pazienti ospedalizzati e dei decessi. Nello specifico, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:

• Decessi: 104 (-35,8%)
• Terapia intensiva: -30 (-16%)
• Ricoverati con sintomi: -143 (-11,3%)
• Isolamento domiciliare: -1.757 (-4,3%)
• Nuovi casi: 8.989 (61,4%)
• Casi attualmente positivi: -1.930 (-4,5%)

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Lieve incremento degli accesi in terapia intensiva

Anche se al momento prosegue la discesa nei ricoveri covid sia in area medica che in terapia intensiva, dove l’occupazione di posti letto da parte dei pazienti COVID si attesta al 2%, nell’ultima settimana si è registrato un lieve incremento degli ingressi nei reparti critici con la media mobile a 7 giorni che è di 7 ingressi al giorno rispetto ai 5 della settimana precedente. Nel complesso tutte le Regioni registrano valori inferiori al 10% per l’area medica e al 5% per le terapie intensive nelle quali sono 7 le Regioni che non contano pazienti COVID.

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La campagna vaccinale anti covid

Per quanto riguarda la campagna vaccinale, stabile nell’ultima settimana il numero di somministrazioni con una media mobile a 7 giorni di 543.873 inoculazioni al giorno. Un numero che, nonostante oltre 4,8 milioni di dosi “in frigo”, rimane stabile sia per la crescente diffidenza degli over 60 verso i vaccini a vettore adenovirale (2,7 milioni di dosi disponibili), sia per la necessità di accantonare oltre 2,16 milioni di dosi di vaccini a mRNA per i richiami, viste le incertezze sulle forniture. Tenendo conto del progressivo aumento dei casi e della diffusione della variante delta che è destinata a diventare prevalente, “nel nostro Paese il tallone d’Achille continua ad essere rappresentato dagli oltre 4,77 milioni di over 60 a rischio di malattia grave non coperti dalla doppia dose di vaccino, di questi, 2,22 milioni (12,4%) non hanno ancora ricevuto nemmeno una dose di vaccino con rilevanti differenze regionali (dal 21,8% della Sicilia al 7,2% della Puglia), mentre 2,55 milioni (14,2%) devono completare il ciclo dopo la prima dose” spiegano da Gimbe, aggiungendo:  “Il balzo in avanti rispetto ai 5,75 milioni di over 60 non adeguatamente protetti della scorsa settimana  è quasi esclusivamente legato al completamento di cicli vaccinali: in altri termini, non cresce il numero di over 60 che ricevono la prima dose, segno di una persistente esitazione vaccinale in questa fascia di età”.

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Cartabellotta: "Con Green pass alla francese rischio di discriminazione"

“La strategia attendista per fronteggiare la circolazione della variante delta non ha funzionato e adesso è necessario arginare le conseguenze dell’aumento dei contagi accelerando la copertura vaccinale completa di over 60 e fragili” conclude Cartabellotta, ricordando che “Se per limitare la circolazione del virus rimangono fondamentali i comportamenti virtuosi, l’utilizzo del green pass sul modello francese per l’accesso a bar, ristoranti e altre attività, seppur auspicabile è poco applicabile a breve termine per vari ostacoli che dovrebbero essere fronteggiati e rimossi. Innanzitutto l’indisponibilità di vaccini per tutti coloro che vorrebbero riceverli e la non gratuità dei tamponi in tutte le Regioni genera un rischio di discriminazione; in secondo luogo, servono strumenti e risorse per controlli serrati e sistematici; infine, manca una legge sull’obbligo vaccinale per chi svolge mansioni a contatto col pubblico”.

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