video suggerito
video suggerito

Gimbe: “Fase critica della pandemia di Covid tra inverno, variante Omicron e terze dosi in ritardo”

Il monitoraggio Gimbe di questa settimana conferma la crescita di tutti gli indicatori della pandemia: nuovi casi Covid, saturazione degli ospedali e vittime.
A cura di Tommaso Coluzzi
13 CONDIVISIONI
Immagine

Crescono tutti gli indicatori della pandemia, ma aumentano anche le vaccinazioni contro il Covid. Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe di questa settimana, rivela che i nuovi casi sono in aumento in tutte le Regioni tra Friuli Venezia Giulia, Provincia di Bolzano e Molise. Crescono anche i ricoveri, sia in area medica che in terapia intensiva, e le vittime quotidiane del virus. Il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta, lancia l'allarme: "Da due mesi continuano ad aumentare i nuovi casi con una media mobile a 7 giorni che passa da 2.456 il 15 ottobre a 17.795 il 14 dicembre". Nonostante la pressione sugli ospedali stia aumentando in senso assoluto, diminuisce la percentuale di positivi al virus che finiscono ricoverati: "Questo dato è verosimilmente da imputare all’incremento delle terze dosi, che riportano l’efficacia a valori più elevati", spiega ancora il medico.

Boom di prime e terze dosi, la campagna vaccinale torna a correre

Le buone notizie arrivano sul fronte della vaccinazione: il numero degli italiani vaccinati – in totale e non solo tra i vaccinabili – è dell'80,5%. Le Regioni hanno rispettato i target fissati dal generale Figliuolo e non solo, li hanno anche superati. Questo grazie al boom di terze dosi, con la campagna di vaccinazione che è definitivamente decollata da quel punto di vista, con l'apertura a tutti gli over 18 di inizio dicembre. Ma anche grazie a quegli italiani che stanno decidendo adesso di vaccinarsi contro il Covid: il numero dei nuovi vaccinati è salito a 236.606 (+5,8%) rispetto ai 223.116 della scorsa settimana.

Immagine

Ci sono, però, ancora milioni di persone che stanno aspettando o che preferiscono non vaccinarsi contro il Covid: parliamo di quasi 6,4 milioni di italiani che non hanno ricevuto neanche una dose, tra cui ci sono 2,45 milioni di over 50 ad elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione in caso di infezione. Anche perché l'efficacia del vaccino resta determinante per uscire dalla pandemia: nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 65,5-76,1%) e soprattutto di malattia grave (dell’82,9-93,3% per ricoveri ordinari; dell’89,9-97,1% per le terapie intensive) e decesso (del 78,9-96,7%).

Immagine

Variante Omicron, cosa sappiamo fino a oggi e perché bisogna essere cauti

Il monitoraggio della Fondazione Gimbe fa il punto anche sulla variante Omicron. Per quanto riguarda la trasmissibilità, spiegano, i dati epidemiologici provenienti dal Sudafrica e da alcuni Paesi europei mostrano che la variante Omicron è più contagiosa della Delta con un tempo di raddoppio dei casi attualmente stimato intorno a 2-3 giorni. Dal punto di vista immunitario sembra emergere una maggiore incidenza di reinfezioni in persone guarite e una ridotta efficacia dei vaccini. Ma la protezione dovrebbe risalire nettamente dopo la terza dose. Sulla severità della malattia non ci sono ancora certezze, anche se i dati africani fanno ben sperare. Ma attenzione, mettono in guardia dalla Fondazione: anche se la malattia fosse più lieve, l’aumento consistente dei casi potrebbe comunque determinare un incremento in termini assoluti delle forme severe, con conseguente sovraccarico ospedaliero.

Cartabellotta: "Regioni aumentano posti letto per non cambiare colore"

A riassumere lo stato delle cose è ancora il presidente di Gimbe: "Il nostro Paese è entrato in una fase critica della pandemia per la convergenza di vari fattori – spiega Cartabellottala stagione invernale, gli oltre 6 milioni di non vaccinati, il netto ritardo iniziale nella somministrazione delle terze dosi, le imminenti festività natalizie che aumenteranno contatti sociali e contagi e, soprattutto, la progressiva diffusione della variante Omicron che secondo l’ECDC diventerà prevalente in Europa entro i primi due mesi del 2022". In questo contesto, le ultime misure del governo, "che mirano ad innalzare la protezione nei confronti del virus, non hanno modificato i criteri per assegnare i colori alle Regioni, definiti quando non erano noti il declino dell’efficacia vaccinale e la necessità delle terze dosi e non incombeva la minaccia di una variante così preoccupante". Perciò questi "criteri lasciano alle Regioni la massima autonomia nell’aumentare la disponibilità di posti letto per ridurre i tassi di occupazione, con il rischio di congestionare silenziosamente gli ospedali e limitare l’accesso alle cure ai pazienti non Covid".

13 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views