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Gimbe: “Crescono i nuovi casi, per la prima volta da aprile salgono i ricoveri in terapia intensiva”

Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 5-11 agosto, rispetto alla precedente, un incremento del 46% dei nuovi casi, a fronte però di un minor numero di tamponi. Cartabellotta: “È evidente il trend in progressivo aumento dei nuovi casi, così rischiamo un secondo lockdown”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Secondo il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, nell'ultima settimana sono aumentati non solo i contagi, ma anche i ricoveri in terapia intensiva. "I casi stanno aumentando in Germania Francia Spagna e in altri paesi europei. Se si mantiene questo trend in Italia rischiamo un secondo lockdown". Il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta lancia il suo monito su Twitter.

Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 5-11 agosto, rispetto alla precedente, un incremento del 46% dei nuovi casi (2.818 vs 1.931), sebbene ci sia stata una consistente diminuzione dei tamponi diagnostici (174.671 vs 187.316).

Relativamente ai dati ospedalieri in aumento (801 vs 761) i pazienti ricoverati con sintomi e quelli in terapia intensiva (49 vs 41). Nel dettaglio si segnalano +44 morti (+0,1%), +8 ricoveri in terapia intensiva, (+19,5%), +40 ricoverati con sintomi (+5,3%). In totale i nuovi casi sono aumentati di 2.818 unità (+1,1%). Mentre sono stati effettuati 12.645 tamponi diagnostici in meno, -6,8%. (Tamponi totali: -17.967, cioè -5,1%).

Nino Cartabellotta commenta così i dati: "Dal 5 all'11 agosto si conferma non solo un trend in netta crescita dei nuovi casi e, in misura minore dei pazienti ospedalizzati con sintomi, ma per la prima volta da inizio aprile si registra un incremento dei ricoveri in terapia intensiva. Spie rosse che invitano a non abbassare la guardia e mantenere un grande senso di responsabilità individuale e collettiva".

Anche nella settimana 5-11 agosto si registrano notevoli variabilità regionali: in 5 Regioni si rileva una riduzione complessiva di 31 nuovi casi rispetto alla settimana precedente, con variazioni minime che oscillano dai -2 della Prov. Aut. di Trento ai -13 della Prov. Aut. di Bolzano. 15 Regioni fanno invece registrare un aumento dei nuovi casi: svettano Lombardia (+198) e Sicilia (+153), mentre altrove gli incrementi oscillano dai +5 della Valle d'Aosta ai +98 del Piemonte. Stabile la Regione Marche.

"Quale indicatore della diffusione del contagio – spiega ancora il presidente – abbiamo rivalutato la distribuzione geografica dei 13.561 casi attivi all'11 agosto, i casi ‘attualmente positivi' secondo la denominazione della Protezione Civile, aumentati complessivamente di 1.079 unità rispetto alla settimana precedente".

Il 40,7% si concentra in Lombardia (5.514); un ulteriore 47,8% si distribuisce tra Emilia-Romagna (1.790), Veneto (1.300), Lazio (1.101), Piemonte (822), Sicilia (538), Toscana (535), Campania (402); i rimanenti 1.559 casi (11,5%) in 11 Regioni e 2 Province autonome con un range che varia dai 15 della Valle d'Aosta ai 229 della Puglia.

"In generale – spiega il Presidente – nell'ambito di un quadro epidemiologico di circolazione endemica del virus, è evidente il trend in progressivo aumento dei nuovi casi, siano essi autoctoni, di importazione (stranieri) o di rientro da italiani andati in vacanza all'estero". Infatti se nelle prime tre settimane di luglio i nuovi casi erano stabili (circa 1.400 per settimana), nelle ultime due sono progressivamente aumentati da: 1.736 nella settimana 22-28 luglio a 1.931nella settimana 29 luglio-4 agosto e a 2.818 nella settimana 5-11 agosto.

Come dicevamo la dinamica della risalita della curva dei contagi si riflette progressivamente sull'incremento sia dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva, confermando che in Italia assistiamo a quanto si sta verificando già in diversi paesi europei. "Purtroppo – aggiunge il Presidente – se da un lato Governo e Regioni cercano di mettere in campo nuove azioni per frenare la risalita dei contagi, la comunicazione pubblica continua ad essere influenzata da messaggi che minimizzano i rischi, ignorando totalmente dinamiche e tempistiche che condizionano la risalita della curva epidemiologica e facendo leva sull'analfabetismo scientifico di una parte della popolazione".

"La Fondazione Gimbe – conclude Cartabellotta – ribadisce innanzitutto la necessità di aderire ai comportamenti raccomandati: dal frequente lavaggio alle misure di igiene respiratoria, dal distanziamento sociale all'uso della mascherina negli ambienti pubblici al chiuso e all'aperto dove non è possibile mantenere la distanza minima di un metro, al rigoroso rispetto del divieto di assembramenti. In secondo luogo, invita le autorità sanitarie potenziare la sorveglianza epidemiologica, sia per identificare e circoscrivere i focolai, sia per individuare tempestivamente i casi di importazione dall'estero. Infine, invita tutti gli esperti a fornire comunicazioni pubbliche equilibrate, oggettive e, nell'incertezza, seguire il principio di precauzione. Altrimenti sull'avvio dell'anno scolastico incombe lo spettro di nuovi lockdown".

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