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Gimbe, ancora in calo nuovi casi Covid ma crescono decessi: “Predisporre subito piano per l’autunno”

Secondo l’ultimo report della Fondazione Gimbe, in Italia calano per la seconda settimana consecutiva i nuovi casi Covid, frenano i ricoveri ma aumentano i decessi: “Preparare piano per l’autunno/inverno”.
A cura di Ida Artiaco
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In Italia continua la discesa dei nuovi casi Covid dopo il raggiungimento del picco della nuova ondata, frenano i ricoveri, seppur ancora in aumento, ma crescono, e anche di molto, i decessi.

È questa la fotografia scattata dal report della Fondazione Gimbe sulla situazione epidemiologica in Italia, pubblicato questa mattina. A preoccupare è l'andamento della campagna di somministrazione della quarta dose di vaccino. Per questo, ha affermato il presidente Nino Cartabellotta, è necessario predisporre sin da ora un "piano di preparazione per il prossimo autunno/inverno", che preveda, tra le altre cose, anche "l'aumento delle coperture vaccinali nella popolazione generale".

Contagi in diminuzione per la seconda settimana consecutiva

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Secondo il report di oggi della Fondazione Gimbe, nella settimana 20-26 luglio 2022, rispetto alla precedente, si registra una diminuzione di nuovi casi (473.820 vs 631.693). "Per la seconda settimana consecutiva – ha spiegato Nino Cartabellotta -, il numero dei nuovi casi settimanali registra una flessione (-25% rispetto alla settimana precedente)".

L’incidenza supera comunque i 500 casi per centomila abitanti in tutte le Province tranne Sondrio (495) e Cuneo (480), mentre in 16 Province si registrano oltre mille casi per 100mila abitanti: si tratta di Chieti (1.362), Teramo (1.275), Pescara (1.248), Ascoli Piceno (1.174), Messina (1.112), Fermo (1.103), Macerata (1.084), Rovigo (1.081), Benevento (1.067), Reggio di Calabria (1.059), Catanzaro (1.051), Venezia (1.043), Perugia (1.036), Treviso (1.027), Taranto (1.009) e Avellino (1.006).

Per quanto riguarda le reinfezioni, diventate più comuni con Omicron 5, nella settimana 13-20 luglio la loro incidenza si è attestata al 12% (pari a 75.060 reinfezioni), in leggero aumento rispetto alla settimana precedente (11,7%).

Frenano i ricoveri ma aumentano i decessi

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"Sul fronte degli ospedali – ha detto Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione Gimbe – frena l’aumento dei ricoveri sia in area medica (+1,4%) che in terapia intensiva (+5,1%)". Complessivamente in sei settimane i ricoveri sono più che raddoppiati in area critica (da 183 il 12 giugno a 434 il 26 luglio) e quasi triplicati in area medica (da 4.076 il 11 giugno a 11.124 il 26 luglio).

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In aumento i decessi, con 1.019 morti Covid negli ultimi 7 giorni (di cui 75 riferiti a periodi precedenti), con una media di 146 al giorno rispetto ai 118 della settimana precedente.

Come sta andando la campagna di vaccinazione

Nella settimana 20-26 luglio torna a scendere il numero dei nuovi vaccinati: 3.045 rispetto ai 3.640 della settimana precedente (-16,3%). Al 27 luglio sono 6,84 milioni le persone di età
superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 4,67 milioni attualmente vaccinabili, pari all’8,1% della platea con nette differenze regionali (dal 5,3%
del Lazio all’11,6% della Valle D’Aosta).

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Ma, soprattutto, secondo Gimbe non decolla la quarta dose. Al 27 luglio sono state somministrate 2.139.397 quarte dosi, con una media mobile di 51.815 somministrazioni al giorno, in lieve aumento rispetto alle 44.169 della scorsa settimana (+17,3%), ma la campagna – scrive Gimbe – "non decolla e rimane ancora molto lontano il target di 100 mila somministrazioni fissato dalle linee di indirizzo dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale".

"Se da un lato è difficile prevedere gli scenari futuri, dall’altro è possibile definire alcune ragionevoli certezze – è il commento del presidente Cartabellotta -. Innanzitutto, con l’arrivo della stagione autunno-inverno assisteremo verosimilmente ad un nuovo aumento della circolazione virale che, in assenza di investimenti sui sistemi di aerazione e ventilazione nei locali al chiuso, potrà essere ridotta solo attraverso l’utilizzo di mascherine FFP2; in secondo luogo, la popolazione a rischio di malattia grave è molto numerosa e va aumentando man mano che ci si allontana dalla data di somministrazione della terza dose: al 27 luglio, prendendo in considerazione over 60 e fragili, si contano 896 mila non vaccinati, 1,94 milioni senza la terza dose, 14,4 milioni senza quarta dose; ancora, i trattamenti antivirali rimangono sotto-utilizzati rispetto alle indicazioni. Ecco perché è indispensabile predisporre adesso il piano di preparedness per l’autunno-inverno, perché la strumentalizzazione elettorale della gestione pandemica può compromettere la salute delle persone più fragili".

In tal senso, ha continuato l'esperto, l’OMS Europa propone di puntare su 5 "stabilizzatori" della pandemia: "aumentare le coperture vaccinali (con tre dosi) nella popolazione generale; offrire la quarta dose alle persone a rischio dopo 120 dalla somministrazione della terza; promuovere l’utilizzo delle mascherine al chiuso e sui mezzi pubblici; areare gli spazi pubblici affollati, quali scuole, uffici, bar e ristoranti, mezzi di trasporto pubblico; applicare rigorosi protocolli terapeutici per le persone a rischio di malattia grave".

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