Giampaolo Amato resta in carcere, respinta la richiesta scarcerazione per il medico bolognese
Giampaolo Amato resta in carcere, per il medico bolognese accusato della morte della moglie Isabella Linsalata il tribunale della Libertà di Bologna ha confermato l'ordinanza di custodia cautelare in cella. La decisione del Riesame è arrivata oggi dopo la richiesta di scarcerazione che era stata avanzata di legali dell’uomo nei giorni immediatamente successivi all’arresto, avvenuto ad inizio aprile, due anni dopo la morte della ginecologa.
I legali dell’uomo avevano presentato ricorso contro la decisione del Gip chiedendo l'annullamento dell'ordinanza in carcere con la revoca di tutte le misure cautelari e in subordine i domiciliari, ma la richiesta è stata completamente rigettata dai giudici. Il provvedimento era molto atteso dopo l'udienza di venerdì scorso al termine della quale i giudici si erano riservati la decisione. I legali ora attenderanno le motivazioni dei giudici, che saranno depositate nei prossimi giorni, per decidere la strategia difensiva.
L’istanza degli avvocati di Giampaolo Amato si basava sulla considerazione che l’indagine fosse piena di prove meramente indiziarie e sul fatto che l’uomo non ha mai provato a scappare nonostante sapesse delle indagini a suo carico. L’accusa invece aveva chiesto il carcere indicando a carico del medico il pericolo di contaminazione delle prove, oltre al rischio di un ulteriore gesto violento contro l'amante che lo aveva lasciato dopo aver saputo delle indagini a suo carico.
Giampaolo Amato è accusato di omicidio volontario aggravato della moglie Isabella Linsalata che si sarebbe consumato tra il 30 e il 31 ottobre 2021 mediante avvelenamento da farmaci. Per l’accusa l’uomo voleva liberarsi della moglie e le avrebbe somministrato dosi massicce di farmaci di cui aveva disponibilità in ospedale causandone il decesso. Il medico ha sempre negato ogni accusa sostenendo che la moglie assumesse volontariamente quei farmaci.