Giammattei racconta Giuseppe Galasso, autore tra le tracce della maturità: “Grande osservatore della realtà”

"Sono molto contenta di questa scelta, mai passo fu più attuale". Così Emma Giammattei, già preside della Facoltà di Lettere dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e professoressa emerita di Letteratura italiana, ha commentato a Fanpage.it la scelta di inserire tra le tracce per il tema argomentativo proposte ai maturandi di quest'anno un passo dello storico Giuseppe Galasso, allievo di Benedetto Croce e a sua volta professore di Giammattei.
"Quel passo (sulla Guerra Fredda, ndr), contenuto del terzo volume della ‘Storia d'Europa‘, si conclude con la domanda ‘finis europae?‘, (è la fine dell'Europa?, ndr). E il grande storico la risposta la dà tramite uno sguardo più ampio, più profondo, al di là di ogni stereotipo e luogo comune che a volte le ideologie, oltre che le storiografie, coltivano", aggiunge ancora la professoressa.
"A volte, al mattino, io e la figlia Giulia, mia cara amica, ci diciamo spesso che vorremmo ancora chiamarlo per chiedergli: ‘Cosa pensi di ciò che sta accadendo? Come stanno veramente le cose?‘. Perché Galasso non solo era un grande storico ma un osservatore della realtà. – commenta ancora Giammattei – Non a caso aveva fatto politica e nel modo più appassionato possibile. A 15 anni si era iscritto al partito repubblicano, che era atlantista, occidentale, europeista, laico".
"Finché era vivo, noi tutti gli abbiamo sempre chiesto, siamo andati a trovarlo e lo abbiamo chiamato, e lui ci ha risposto sempre con grande disponibilità. Una disponibilità che praticava non solo verso di noi, amici e allievi, ma anche verso il lettore comune, che lo leggeva sul Corriere del Mezzogiorno. Se devo dire chi è stato Galasso, sicuramente un grande storico e umanista che si è formato da solo, figlio di una modestissima famiglia, di un vetraio di via Ventaglieri", ricorda ancora la professoressa.

"Si era creato presto una piccola biblioteca, aveva un grande amore per il libro. In un piccolo racconto autobiografico, che si intitola ‘La mia vita fra i libri', che vorrei molti leggessero, racconta che possedeva una piccola cassa di libri che a un certo punto vennero mangiati dai topi".
"Un personalità che è riuscita ad andare oltre le classi sociali, grazie alla sua grande mente. Se di Croce, che è stato il suo modello, anche se mai in modo passivo, anzi, con molti superamenti, sappiamo che è stato un grande borghese, non possiamo dire lo stesso di Galasso. – spiega ancora la professoressa e studiosa – È stato un uomo ‘vero', che conosceva le classi sociali e Napoli. I suoi interessi sono stati la Storia del Mezzogiorno, d'Italia (la professoressa ricorda il libro di Galasso: ‘L'Italia come problema storiografico‘, ndr) e poi quella d'Europa".
"Tra il '96 e il '98 si occupa di questo libro in tre tomi (‘Storia d'Europa‘, ndr) che, lui ha detto, era nato da un ‘bisogno di storia‘. Perché quando è sentita e conosciuta profondamente, serve a capire il presente. Ma non perché è ‘magistra vitae‘, la storia non è maestra di nulla perché gli eventi non si ripetono allo stesso modo, però bisogna conoscerla, bisogna avere la viva percezione della complessità e della dinamica storica".
Come racconta ancora Giammattei, Galasso è stato figura di spicco dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. "Averlo come docente è stato importantissimo, è stato l'ultimo luogo in cui lui ha insegnato. A novembre la fondazione Benedetto Croce a Palazzo Filomarino ha organizzato un convegno e una giornata si terrà proprio al Suor Orsola perché il legame tra l'istituto e Galasso è fortissimo".
"C'è una foto in cui ci siamo io, che allora ero Preside della Facoltà di Lettere, il Rettore d'Alessandro e Galasso, quando gli fu conferita la laurea honoris causa in Beni Culturali. Perché si dedicò non solo alla riflessione storiografica e all'osservazione storica profonda, ma anche all'azione politica. Noi a Galasso dobbiamo l'unica legge italiana di tutela del paesaggio (la legge Galasso, legge 8 agosto 1985, n. 431), dopo quella di Croce del 1922. È un caso? No, perché gli intellettuali non sono solo anime belle, ma sono uomini d'azione".
