Giallo di Denis Bergamini, addio a papà Domizio: non saprà mai com’è morto il figlio
È morto senza avere giustizia Domizio Bergamini, l'anziano padre di Denis, il calciatore del Cosenza ucciso nel 1989 a Roseto Capo Spulico. Papà Domizio si è spento nella sua casa di Boccalone di Argenta, in provincia di Ferrara, da dove negli ultimi anni della sua vita ha condotto la battaglia per scoprire la verità sulla morte del figlio 27enne. Come sua figlia Donata, che insieme all'avvocato Fabio Anselmo porta avanti la lotta per la giustizia, Domizio non credeva alla versione del suicidio fornita dall'ex fidanzata di Denis e dall'uomo che guidava il camion che lo avrebbe investito.
I fatti risalgono al novembre del 1989, quando Denis, centrocampista del Cosenza, ha lasciato il ritiro con i compagni a Rende, per allontanarsi in auto con l'ex Isabella Internò, percorrendo diversi chilometri in direzione Taranto, prima di morire, ufficialmente investito da un camion che trasportava frutta, a Roseto Capo Spulico, Calabria. Raffaele Pisano, l'autista del camion finì a processo per omicidio colposo per poi venire assolto. Internò e Pisano dichiararono di aver visto Denis ‘tuffarsi' sotto l'autoarticolato, ricostruzione che però non ha trovato riscontri con l'esame medico legale del corpo del calciatore, che ha attribuito la causa della morte all'asfissia da soffocamento. Che Denis, dunque non sia morto per investimento, è quanto emerge dalla terza inchiesta aperta nel 2017 dal procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla, di recente trasferito a Potenza e che vede nel registro degli indagati proprio Internò e Pisano.
Negli ultimi 30 anni i familiari di Denis hanno continuato a ripetere che il ragazzo non si era ucciso. Denis, infatti, nel 1989, era il calciatore di punta del Cosenza in serie B e l’anno successivo avrebbe avuto la possibilità di giocare con il Parma o con la Fiorentina. Aveva anche una fidanzata, con la quale, dopo la fine della storia con Isabella, aveva intenzione di sposarsi.