Giallo di Bracciano, nuove indagini sulla morte della 16enne Federica
Le indagini sulla morte di Federica Mangiapelo, la 16enne trovata senza vita in riva al lago di Bracciano nel novembre del 2012, non saranno archiviate. Il Gip del tribunale di Civitavecchia, infatti, accogliendo la richiesta della famiglia della ragazza, ha chiesto ai pm un supplemento di indagine e per questo ha dato alla Procura altri sei mesi di tempo per approfondire gli esami. Il tribunale chiede sopratutto di indagare sulla causa della morte. Si riapre, dunque, la pista dell'omicidio che fu alla base delle primi indagini e che vide tra i sospettati il fidanzato della ragazza, l'ultimo a vederla viva e che raccontò di averla abbandonata in mezzo alla strada dopo una lite. Secondo il Gip infatti vi sono molte incongruenze nella ricostruzioni dei fatti che meritano un approfondimento. La decisione del Gip è partita dai rilievi del medico legale della famiglia, il professore Natale Mario Di Luca, che hanno accertato che la miocardite di cui era affetta Federica non basta a spiegarne la morte che, invece, potrebbe essere giunta per annegamento.
"Abbiamo presentato opposizione al decreto di archiviazione e un mese fa è arrivato il provvedimento con cui il tribunale ha deciso di non archiviare l’inchiesta e ha disposto altri 6 mesi di indagine" ha spiegato l'avvocato della famiglia di Federica Mangiapelo, aggiungendo "Attendiamo l’esito del nuovo esame autoptico e ci auguriamo che i nuovi accertamenti serviranno a delineare un quadro più chiaro. Già leggendo gli atti una prima verità emerge, e cioè che Federica quando è morta non era sola". "La decisione del gip dimostra che il cerchio sulla morte di Federica non era chiuso, come noi abbiamo sempre sostenuto" ha proseguito il legale, concludendo: "La soddisfazione ci sarà quando sarà accertata la verità. Aspettiamo gli atti d’indagine e le conclusioni della Procura. Noi abbiamo chiesto una consulenza medica approfondita".