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La morte di Viviana Parisi e Gioele Mondello

Giallo Caronia, settembre mese decisivo per la verità. Daniele Mondello: “Ho chiuso coi giornalisti”

A metà settembre scadranno i termini per il ricorso dei familiari di Viviana Parisi e Gioele contro l’archiviazione richiesta dalla procura di Patti. Per i magistrati si è trattato di omicidio-suicidio. I legali di Daniele Mondello vogliono che si vada avanti. E sulle intercettazioni in cui l’uomo dice della moglie che era “malata” e “aveva manie di persecuzione”, l’avvocato risponde: “Ha preso una cantonata. Perché tutte le cantonate prese dalla procura non fanno scandalo?”.
A cura di Luisa Santangelo
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Ho chiuso con i giornalisti, non mi interessa più niente”. Daniele Mondello è di poche parole. Rinvia all’avvocato e riattacca il telefono senza accettare domande sulle intercettazioni emerse nei giorni scorsi. Quelle contenute nella richiesta di archiviazione della procura di Patti, e riportate dall’Adnkronos, sulle morti di Viviana Parisi e del piccolo Gioele Mondello di quattro anni. Nelle prossime settimane, spetterà a un giudice decidere: a metà settembre scadranno i termini per il ricorso contro l’archiviazione chiesta dai magistrati. Il procuratore di Patti è convinto che a Caronia, ad agosto 2020, sia andato in scena un omicidio-suicidio. Il 21 dello stesso mese, invece, è fissata l’udienza per l’utilizzo di una tecnologia di scansione 3D del corpo di Viviana e delle ossa di Gioele, richiesta dai legali di Daniele Mondello, che dovrebbe servire a preservare ulteriori eventuali prove anche dopo la tumulazione dei cadaveri.

“E tutto questo caso delle intercettazioni esce proprio adesso che il giudice ha fissato l’udienza per l’uso di questa tecnologia che la procura ha sempre respinto”, commenta Claudio Mondello, cugino di Daniele e suo avvocato difensore, determinato a richiedere che l’inchiesta vada avanti e vengano vagliate altre possibilità. Perché al fatto che Viviana, in uno stato psichico alterato, possa avere ucciso il figlio i familiari dicono da sempre di non credere, almeno in pubblico. Sebbene in privato ne abbiano discusso come di una possibilità concreta: "Lei era malata, diceva sempre che mi sarebbe successo qualcosa a me e al bambino. A me e al bambino. Aveva sempre queste paure allucinanti, delle paure pazzesche", diceva Mondello parlando al telefono con un amico all’indomani del ritrovamento del corpo della moglie, il 9 agosto 2020.

“Lei era malata, capito? – ribadiva Mondello – Aveva questo problema qua, di persecuzione, hai capito? Le è venuto qualche attacco cardiaco e il bambino è rimasto là solo come un cane”. “A mio nipote me lo ha ammazzato lei! Per la sua testa, per le sue cose, noi ci abbiamo messo tutto il nostro impegno, ma lei non si è voluta curare…!”, continuava Mariella Mondello, sorella di Daniele e zia di Gioele, il 20 agosto, il giorno successivo al ritrovamento dei resti del bimbo.

“Facciamo un processo ai privati cittadini e alle loro affermazioni nel momento del dolore?”, domanda l’avvocato Mondello. La richiesta di archiviazione della procura conta oltre 500 pagine, mentre sono quasi una quarantina le persone intercettate durante le indagini. Vicini di casa, proprietari dei terreni nei pressi dei quali sono stati trovati i due cadaveri, nella frazione di Marina di Caronia. E familiari: per ricostruire il contesto in cui la deejay viveva. E per comprendere se qualcuno dei parenti potesse avere informazioni utili al ritrovamento dei corpi. Quelle frasi, adesso, servono al procuratore di Patti Angelo Vittorio Cavallo per supportare la tesi che Viviana abbia forse strangolato Gioele prima di togliersi la vita.

Il piccolo Gioele Mondello insieme alla sua famiglia
Il piccolo Gioele Mondello insieme alla sua famiglia

Al di là delle presunte richieste di denaro – almeno cinquemila euro per un’intervista esclusiva a una tv nazionale, fatto smentito dal legale – sono le frasi sullo stato psichico della 43enne Viviana Parisi a stridere con le dichiarazioni pubbliche di Daniele Mondello, che l’ha sempre definita una “mamma meravigliosa” che mai avrebbe potuto fare del male al figlio. In contrasto con i messaggi WhatsApp in cui, all’inizio di giugno 2020, le scriveva: “Curati […] Prendi le pillole […] Stai distruggendo la vita di nostro figlio”.

“Mio cugino può esprimere opinioni anche sui vaccini. Ma un conto è che lo faccia mio cugino, un conto è che lo faccia un virologo, giusto? – interviene l’avvocato Daniele Mondello a Fanpage.it – Allo stesso modo, tutti i medici che hanno avuto in cura Viviana hanno scritto dei referti e li hanno confermati, sostenendo che non fosse un caso grave. Mio cugino aveva un sentore e ha fatto bene a essere vigile. Ma i medici, con Viviana in vita, hanno detto altro”. Sarebbe stato, quindi, un errore di valutazione dei familiari di Viviana Parisi e Gioele Mondello credere che la donna potesse stare male al punto di suicidarsi o uccidere il figlio.

“Quante volte ha sbagliato la procura in questo caso? – domanda Mondello – Eppure non mi pare che ci si sia indignati quando la procura di Patti ha detto che al 99 per cento Viviana e Gioele erano vivi. La procura ha preso tante di quelle cantonate, smentite dai fatti, che a metterle in fila ci facciamo il ponte Messina-Reggio e ritorno. Quindi adesso dobbiamo analizzare le cantonate prese dalla famiglia e smentite dai medici che hanno interrogato una persona viva e non, come i consulenti della procura, un cadavere?”.

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