Giallo Caronia, la cognata di Viviana: “Voleva portare Gioele alla Piramide della Luce, è impazzita”
"Sono arrabbiata con Viviana …È lei, va… a mio nipote me lo ha ammazzato lei! Per la sua testa, per le sue cose, noi ci abbiamo messo tutto il nostro impegno, ma lei non si è voluta curare". Arrivano nuove indiscrezioni sul caso di Caronia riguardanti la morte della deejay siciliana Viviana Parisi e del figlio Gioele. A parlare al telefono, senza sapere di essere intercettata, è Mariella Mondello, la sorella di Daniele, marito e papà delle vittime. Se agli inquirenti il marito e la cognata dicevano che la donna era una madre amorevole e una moglie devota, la realtà, ascoltando le intercettazioni della Procura di Patti, inserite nella richiesta di archiviazione e visionate dall'Adnkronos, sembra essere molto diversa.
"Lei si è ammazzata, è impazzita"
Parlando, infatti, con l'amica Vincenza, il 10 agosto, cioè all'indomani del ritrovamento del cadavere, la donna ricordava anche come i genitori di Viviana avessero fatto ben poco per aiutare la figlia, da tempo in preda ad una forte depressione. Il 20 agosto, parlando con un'altra amica, Mariella rincara la dose. "Sempre con il senno del poi… questo bambino non doveva essere lasciato solo con sua madre", le dice l'amica. A cui Mariella Mondello risponde: "Quella un bastarda era". In un'altra conversazione telefonica intercettata la cognata della deejay si sfoga: "Lei (Viviana) ogni tanto diceva: io non voglio vivere in questo mondo". Maria, come emerge sempre dalle intercettazioni della Procura di Patti, rimproverava al fratello di essere stato sempre troppo accondiscendente con la moglie e di averle permesso di uscire in auto da sola, la mattina del 3 agosto, portando con sé il figlio Gioele, nonostante conoscesse le sue condizioni di salute. Secondo la Procura Maria Mondello "non escludeva che Viviana si fosse suicidata, proprio a causa delle sue precarie condizioni di salute e della convinzione che qualcuno le potesse togliere il bambino: "È andata e si è ammazzata! Ma non lo so come è, va… ha ammazzato prima il bambino, boh…". Poi racconta cosa accadde quella mattina del 3 agosto, quando la donna andò in autostrada con il figlio Gioele. "Hanno fatto colazione insieme, poi lei gli ha detto… aspetta, poi lei gli ha detto che voleva uscire, e lui gli ha detto: vengo anch'io a Milazzo con voi, ah… no, no, ma perché non ti fidi? perché c'è… c'è il bambino, tipo gliel'ha buttata cosi… e lui gli ha detto: no, ma sai, io mi sento pure, non voglio rimanere a casa sola perché ho… ho avuto un attacco di panico, da sola …incomp… Doveva vincere sempre lei, doveva vincere, ha fatto vincere sempre lei, e lui per fare vincere sempre lei… ha perso pure il bambino!".
La Piramide della Luce
Sempre Maria, in un'altra intercettazione del 13 agosto 2020 alle 19.29, dice, senza sapere di essere ascoltata dagli inquirenti, che Viviana stava andando a portare Gioele alla Piramide della Luce, una installazione alta 30 metri in acciaio patinato a Motta d'Affermo dove ogni anno a giugno si svolge "il rito della luce". "È vero che doveva andare lì, alla Piramide della Luce, perché lei gliel'aveva detto anche a Carmen che doveva andare lì per… santificare suo figlio, che c*** ne so, lei doveva andare la, te lo dico io, poi lei ha avuto…", continua ancora Maria che aggiunge riferendosi alla deejay: "È andata fuori di testa, è impazzita. Io ho fatto tutto il possibile, è lei che non si è fatta aiutare".
La famiglia voleva portare Viviana da un esorcista
Che Viviana non stesse bene è confermato anche dalla madre. In una intercettazione, Carmela Trusso Cafarello, che insieme agli altri familiari voleva portare la figlia addirittura da un esorcista, dice al nipote Agostino: "È andata proprio fuori di testa, gioia mia". Carmela ricordava anche le vicissitudini di Viviana, i momenti di depressione, i due ricoveri in pronto soccorso, la "mania" di leggere la Bibbia ad alta voce: "Daniele gli aveva proibito pure di leggere la Bibbia, gli ha detto guai a te… io te la tolgo, te la brucio, non leggere più. C'è stato ‘sto lokdown e io forse ho trasmesso anche paura, poi dopo dalla scuola siamo rimasti tutti in casa, io sono sincera, io non mi affacciavo nemmeno più sul balcone, sono stata in malattia".
Daniele: "Se mi vogliono in tv voglio molti soldi"
Per andare nelle trasmissioni televisive che parlavano della morte della moglie Viviana e del figlio Gioele, Daniele Mondello voleva soldi "molti soldi, almeno cinquemila euro". In cambio di una presenza "esclusiva" in una tv nazionale. È quanto emerge sempre da una intercettazione del 10 ottobre 2020 tra lo stesso deejay e il cognato, Roberto Parisi. "Hanno chiamato papà, Antonio Nicodemo!", dice il cognato. E Daniele: "Eh. Che è successo?". "Eeeh… no, niente. No… gli chiedevano… siccome loro non ci sono lì in studio… perché sono a Cosenza per un altro caso… Allora hanno chiesto a papà se… se se la sentiva di andare in studio. Lì a Milano". "Addirittura…", dice Daniele. E il cognato: "Sì. Dice che…vabbè… oltre alle spese dei viaggi e tutto quanto… dice che gli danno pure qualcosa". "Se vuole andare…". "Però lui non vuole andare perché dice: "minchia! Il coronavirus… poi è una sfacchinata!"". E Daniele aggiunge: "Ma infatti, mi sto facendo preparare il messaggio da…". "Eh, no. Ma infatti io ti ho chiamato perché… perché siccome, so che tu… ti avevano chiesto anche a te… e a questo punto…".
La Procura: "Caduta con Gioele in pozzo? Tesi senza fondamento"
Sempre nella richiesta di archiviazione del caso si legge: "Non ha alcun fondamento valido la tesi dei legali del marito di Viviana Parisi che la deejay e il piccolo Gioele sarebbero morti asfissiati in un pozzo alto mezzo metro". È quanto ribadisce la Procura di Patti replicando a distanza agli avvocati di Daniele Mondello, che hanno sempre negato la possibilità dell'omicidio suicidio. "Alcuni difensori dei familiari di Viviana Parisi hanno avanzato una suggestiva ipotesi sulla sorte della donna e del suo bambino: Viviana e Gioele sarebbero “precipitati” in un pozzo profondo 3 – 5 metri, con circa mezzo metro d'acqua al suo interno, per morire entrambi in seguito a “asfissia in acqua” – dice il Procuratore Angelo Vittorio Cavallo nella richiesta di archiviazione- I sostenitori di questa tesi ammettevano di non poter stabilire se Viviana e Gioele fossero precipitati accidentalmente all’interno di tale pozzo o se, invece, fossero stati intenzionalmente lanciati da qualcuno".