Silvano Vigato morto a Padova, la compagna è grave. La disperata chiamata della figlia: “Mamma non respira”
Si chiamava Silvano Vigato, il 65enne trovato senza vita il 29 gennaio con un colpo di pistola nel petto, in un'abitazione di Megliadino San Fidenzio, in provincia di Padova. Accanto al corpo, sul pavimento, c'era l'arma regolarmente detenuta e una donna di 53 anni, priva di ferite o segni di violenza evidenti, ma incosciente. È stata trasportata d'urgenza in elisoccorso all'ospedale di Padova, dove è attualmente in prognosi riservata.
La drammatica scoperta è stata fatta dalla figlia della donna, che ha immediatamente chiamato il 118: "Mia mamma non respira, il suo fidanzato è morto, ha una pistola", avrebbe dichiarato, secondo quanto riportato dal Gazzettino. La villetta si trovava all'angolo tra via Verdi e via Rossini, in un quartiere residenziale di recente costruzione nella località di Borgo Veneto, nel comune padovano.
Pochi minuti dopo, sono arrivati i soccorritori del Suem 118, i carabinieri della stazione di Borgo Veneto, il comandante della Compagnia di Este, maggiore Vito Franchini, e i militari del Comando provinciale di Padova, con il comandante del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo, Enrico Zampolli.
La 53enne non si è ancora ripresa ed è attualmente nel reparto di Terapia Intensiva, lottando tra la vita e la morte. Purtroppo, per il proprietario di casa non c'è stato nulla da fare. L'uomo, che aveva una relazione sentimentale con la donna da diversi anni, è morto sul colpo.
Come accennato, l'arma è stata trovata poco distante dalla coppia e non si esclude un gesto autolesionistico da parte dell'uomo. Il ruolo della donna, al momento, non è chiaro. Gli inquirenti non escludono nemmeno l'ipotesi di un tentato femminicidio. Nelle prime ore, si è ipotizzato che la 53enne possa aver ingerito qualche sostanza, forse veleno. Se questa fosse la causa, bisognerà stabilire se il compagno l'abbia avvelenata prima di suicidarsi, oppure se, dopo aver visto Vigato senza vita, la donna abbia deciso di porre fine alla sua esistenza ingerendo una sostanza tossica che probabilmente aveva a disposizione.
Gli investigatori e il pubblico ministero della Procura di Rovigo, Francesco D'Abrosca, sono al lavoro per ricostruire le circostanze della tragedia, intervistando vicini e conoscenti della coppia. Al momento, non emergono nuove informazioni, ma si prevedono aggiornamenti nelle prossime ore. Gli specialisti della scientifica hanno repertato ogni dettaglio per cercare di ricostruire l'accaduto.