Giallo a Messina, pescatore trovato morto in spiaggia. I familiari: “Era stato minacciato di morte”
Sarà l'esame autoptico a chiarire quali siano state le cause della morte di Vincenzo Marchese, l’anziano trovato senza vita sul lungomare di Acquitta, tra Terme Vigliatore e Falcone (Messina). Il corpo dell'uomo, un pescatore di 72 anni, era seminudo sulla spiaggia. Il procuratore capo di Barcellona Pozzo di Gotto, Giuseppe Verzera, ha affidato le indagini alla sostituta Dora Esposito, che ha già ordinato l'esame medico legale. Le ipotesi sulle cause del decesso sono tutte aperte poiché i primi esami non hanno fornito elementi utili a risolvere quello che per ora resta un giallo senza risposte. Le dichiarazioni dei familiari dell'anziano, tuttavia, fanno propendere gli investigatori verso l’ipotesi dell’omicidio. "Era stato minacciato di morte", hanno infatti dichiarato.
In un primo momento si era pensato a un malore ma le ricerche non hanno portato al ritrovamento degli indumenti di Marchese né dei suoi documenti o effetti personali; per questo ora gli investigatori vogliono andare a fondo. Da qui l’ipotesi di una morte violenta o premeditata. Il cadavere dell'uomo è stato notato da alcuni passanti e riconosciuto dalle sorelle. L'ex pescatore viveva da solo nella sua abitazione di Terme. Non si esclude quindi l'ipotesi dell'aggressione a scopo di rapina o del regolamento di conti.
A dare impulso alle indagini anche una lettera della famiglia di Marchese. "Il povero zio Enzo godeva, fino al momento della sua morte, di una buona condizione di salute soprattutto se parametarata ai 72 anni che aveva compiuto il 31 gennaio 2024. Questo induce gli scriventi a ritenere, fermo restando il fatto che il malore occasionale è una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti e che gli scriventi non possono escludere, che se di malore si è trattato, esso è stato imprevisto ed imprevedibile oltre a non essere connesso ad una situazione di cronicità".
E ancora: "Stranisce, e non poco, che il cadavere sia stato rinvenuto a torso nudo; come se il povero zio Enzo fosse uscito da casa nonostante le avverse condizioni meteo privo della maglietta della salute (che indossava sempre -anche d’estate-) del maglione (con il qual era stato visto alcune ore prima da una delle vicine) e del giubbotto. Tutti indumenti che non sono stati rinvenuti né in casa, né sulla spiaggia, né in mare. La famiglia, che ricorda lo zio Enzo come una persona mite e buona che non ha mai avuto screzi con nessuno se non, da ultimo, con un gruppo di extracomunitari domiciliati in un immobile vicino a quello di residenza del defunto da uno dei quali era stato minacciato di morte alcuni giorni prima dei tragici eventi che lo hanno colpito".