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Giada Zanola uccisa a Vigonza

Giada Zanola lanciata dal cavalcavia In A4: Andrea Favero resta in carcere, non ha risposto al giudice

Andrea Favero ha fatto scena muta oggi nell’interrogatorio di garanzia in cella, avvalendosi della facoltà di non rispondere davanti al Gip. Il giudice però ha emesso per lui una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, ritenendo sussistano “gravi, precisi e concordanti” indizi di colpevolezza a suo carico per la morte della compagna Giada Zanola.
A cura di Antonio Palma
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Andrea Favaro e Giada Zanola
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Resta in carcere Andrea Favero con l’accusa di omicidio aggravato della compagna Giada Zanola la 34enne lanciata dal cavalcavia In A4 a Vigonza, nel Padovano. Per lui il Gip ha disposto una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, ritenendo sussistano “gravi, precisi e concordanti” indizi di colpevolezza a suo carico. Per il 39enne, lo stesso Gip non ha convalidato il precedente fermo di polizia come indiziato di delitto, ritenendo non vi siano i presupposti del pericolo di fuga.

Andrea Favero per ora però ha fatto scena muta nell’interrogatorio di garanzia in cella, avvalendosi della facoltà di non rispondere davanti al gip. Lo ha confermato il pubblico ministero Giorgio Falcone che indaga sul caso uscendo al carcere Due Palazzi di Padova dove il 39enne è richiuso. L’uomo, consigliato dal suo legale, ha preferito non fare nessuna dichiarazione, nemmeno spontanea, in attesa di valutare meglio la linea difensiva.

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Secondo quanto comunicato dalla polizia, durante le indagini, quando era stato interrogato e messo alle strette per il suo racconto incongruente dei fatti, il 39enne aveva fatto alcune prime ammissioni parziali su quello che era accaduto sul cavalcavia a poca distanza da casa dal quale è stata getta Giada Zanola.

Dopo la morte della compagna, secondo il provvedimento di fermo della procura, L’uomo avrebbe creato “una messinscena” con telefonate e messaggi per simulare di non avere ucciso la compagna e avrebbe simulato anche di avere saputo della morte della compagna solo dopo avere letto un messaggio in una chat di quartiere.

Durante l’interrogatorio di polizia e pm, nella notte tra mercoledì e giovedì, Favero però avrebbe raccontato una versione dei fatti con diverse incongruenze. Sentito dal pm, l’uomo quindi ha fatto le prime ammissione e ricostruito gli ultimi momenti della serata con la compagna, descrivendo il suo disagio per la relazione ormai in crisi e manifestando la preoccupazione di non poter più vedere il figlio di tre anni avuto con la donna.

Ora si attende l'autopsia sul corpo Giada Zanola che è in programma sempre nel pomeriggio di oggi, venerdì 31 maggio, alle 16.30 all'istituto di medicina legale di Padova. L'esame poste morte, che sarà effettuato dal dottor Claudio Terranova, dovrà chiarire se la donna fosse già morta quando è stata lanciata dal viadotto sulla carreggiata autostradale. Importanti anche gli esami tossicologici per capire se sia stata stordita.

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