Giada Zanola gettata dal cavalcavia, chiuse le indagini. La Procura: “Femminicidio premeditato dal compagno”

La Procura di Padova ha chiuso le indagini sulla morte di Giada Zanola. Andrea Favero, compagno della 34enne gettata ancora viva dal cavalcavia dell'autostrada A4 di Vigonza nella notte tra il 28 e il 29 maggio 2024, è accusato di omicidio volontario aggravato dal rapporto di convivenza e dalla premeditazione.
L'uomo è in carcere dal giorno del femminicidio. La donna, dopo una caduta di diversi metri, era stata travolta da alcuni Tir ed erano stati proprio i conducenti dei mezzi pesanti a segnalare alla Polstrada la presenza del corpo, identificato grazie ai documenti contenuti in una borsetta rinvenuta poco distante.
L'ipotesi iniziale era quella di un suicidio, ma il giorno successivo Favero era stato arrestato. Durante l’interrogatorio con polizia e inquirenti, l'uomo avrebbe raccontato una versione dei fatti con diverse incongruenze.
Messo alle strette, il 39enne padovano era crollato, facendo parziali ammissioni ma senza la presenza di un legale, rendendo così le dichiarazioni, subito ritrattate, prive di valore a livello processuale.
Come riportano i quotidiani locali, la Procura ha ipotizzato che il delitto potrebbe essere stato pianificato tempo prima. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Giada Zanola, ancora viva, sarebbe stata spinta giù dal cavalcavia dell'A4 da Favero, con il quale aveva deciso di troncare la relazione.

A quanto si apprende, la notifica della conclusione delle indagini preliminari è avvenuta alcuni giorni fa, il 24 marzo scorso. Scaduti i termini per le controdeduzioni della difesa, si procederà con la probabile richiesta di rinvio a giudizio, con fissazione dell'udienza preliminare che potrebbe tenersi a luglio.
Importanti per le indagini sono stati gli accertamenti sui telefonini di Favero e Zanola, che, era emerso, voleva lasciare a breve la casa nella quale la coppia viveva insieme per trasferirsi dal nuovo compagno insieme al figlio.
Gli esiti degli esami tossicologici eseguiti sul corpo della 34enne avevano rilevato la presenza di benzodiazepine. Assenti invece in quello dell'indagato, nonostante a lui fosse stato prescritto il medicinale, dopo che si era lamentato con il medico di una forte insonnia. La donna aveva invece confessato a un'amica di temere di essere stata sedata in varie occasioni.