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Giada Zanola aveva confidato a un’amica di essere stata presa per il collo in una lite: “Aveva paura”

Giada Zanola aveva confidato a un’amica e al nuovo fidanzato di essere stata presa per il collo da Andrea Favero durante una delle ultime liti e di avere paura del padre di suo figlio. La 34enne aveva mostrato all’amica le foto di alcuni lividi riportati.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Giada Zanola aveva confidato a un'amica di essere stata afferrata per il collo dal compagno Andrea Favero nel litigio avvenuto il 27 maggio, un giorno prima del femminicidio. Aveva anche mostrato all'amica le foto con le ecchimosi sul corpo riportate dopo quella violenta lite confessando di avere paura del partner. Questo è uno dei passaggi presenti nel provvedimento con il quale la Procura di Padova ha disposto il fermo di Favero per omicidio volontario.

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La 34enne, secondo quanto riportato nelle carte, aveva instaurato una relazione con un altro uomo e aveva annullato le nozze con Favero che erano previste per settembre. All'uomo aveva parlato della sua nuova relazione, aggiungendo di voler mettere fine alla convivenza.

Il nuovo fidanzato di Zanola ha raccontato agli inquirenti di aver visto le foto dei lividi riportati dalla 34enne. Come l'amica, anche lui ha dichiarato che le liti tra Favero e Zanola erano ormai quotidiane perché il 39enne non voleva che la ragazza lasciasse la loro abitazione portando via anche il figlioletto. La 34enne e Favero vivevano ormai da separati in casa.

Giada Zanola
Giada Zanola

Stando a quanto confermato anche dal 39enne in arresto, era ossessionato dall'eventualità che la 34enne non gli permettesse di vedere il figlio una volta terminata la loro convivenza. Zanola aveva infatti minacciato di interrompere i rapporti tra il minore e il padre più volte al culmine di diverse liti culminate in aggressioni fisiche.

L'ultima volta sarebbe stata proprio poco prima del delitto, quando la giovaneè stata gettata dal cavalcavia che dava sull'autostrada A4.Giada Zanola, inoltre, aveva maturato il sospetto di essere stata drogata dal compagno. La donna aveva confidato i suoi dubbi all'amica e al nuovo fidanzato.

La Procura cercherà di verificare anche quest'ipotesi durante l'autopsia con gli esami tossicologici. Favero avrebbe ordito il femminicidio due giorni prima che la vittima 34enne prendesse servizio nell'impianto di distribuzione carburanti dove lavorava il nuovo fidanzato. L'inizio del nuovo lavoro, infatti, avrebbe reso la loro frequentazione ufficiale e quotidiana.

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