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Giacomo Gobbato, la donna rapinata a Mestre: “Non dovevo chiedere aiuto, è colpa mia se è morto”

Le parole della 50enne colombiana: “È colpa mia. Dovevo stare zitta e non chiedere aiuto”. E dopo aver rapinato la donna e aver ucciso il giovane che la difendeva, il 48enne di origine moldava non si è fermato: ha tentato un altro colpo ai danni di una turista giapponese, sempre in Via Aleardi a Mestre, armato di coltello. Poi l’inseguimento con la polizia e l’arresto.
A cura di Biagio Chiariello
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È ancora chiaramente sotto choc la donna rapinata a Mestre. La 50enne di origini colombiana – da diversi anni residenti nella cittadina veneziana – non si dà pace e si sente responsabile della morte di Giacomo Gobbato, che era intervenuto per difenderla da un 48enne di origini moldave successivamente arrestato.

È colpa mia. Dovevo stare zitta e non chiedere aiuto. Vero, quello mi ha preso a pugni e mi ha rubato lo zaino, ma chi se ne frega. Se non avessi urlato, non sarebbe accorso nessuno e quel ragazzo di 26 anni oggi sarebbe ancora vivo", dice al Corriere della Sera.

Gobbato è morto in ospedale dopo i tentativi disperati dei medici di salvargli la vita, mentre l'amico che era con lui, anch'egli ferito dal moldavo, fortunatamente non è in pericolo di vita ed è stato dimesso poche ore dopo.

La donna ricorda il momento in cui il 48enne l'ha aggredita: "Un gigante di un metro e novanta. All'improvviso, mentre ero al telefono con il mio compagno, mi ha afferrata da dietro, mi ha tappato la bocca e mi ha sferrato a freddo tre pugni".

Insieme al compagno, si è poi recata in commissariato per raccontare l'accaduto: Lì "è successo qualcosa di incredibile" dice la 50enne. Erano gli amici e i familiari di Giacomo "che confortavano noi. Quando è arrivata la notizia che non ce l'aveva fatta ci tremavano le gambe ed eravamo devastati dai sensi di colpa, ma erano loro che ci facevano coraggio".

Mestre, il video della seconda rapina dopo l'uccisione di Giacomo Gobbato

E prima dell'arresto, il 48enne ha provato a mettere a segno un'altra rapina. Dalle immagini registrate con un telefono cellulare da un balcone di Via Aleardi, si vede infatti l'uomo che tenta di rubare la borsetta a una donna, pare una turista giapponese, sfregiandole il volto col coltello con il quale aveva ucciso il 26enne italiano. Sarà fermato dalla polizia subito dopo, al culmine di un brevissimo inseguimento.

L'uomo è stato fermato con l'accusa di omicidio. Difeso dall’avvocato Tiziana Nordio, ne è stata disposta la custodia cautelare in carcere, peraltro unica opzione considerando che il 48enne risulta senza fissa dimora.

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