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Gettò bimba dal balcone a Torino dopo lite con la mamma della piccola, ergastolo al patrigno

Mohssine Azhar, 33enne accusato di omicidio volontario in relazione alla morte di Fatima Skika, la figlia di soli tre anni della sua compagna, caduta dal quarto piano del palazzo di Torino la sera del 13 gennaio 2022 e morta in ospedale il giorno dopo, è stato condannato all’ergastolo.
A cura di Davide Falcioni
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Mohssine Azhar, l'uomo di 33 anni di origini marocchine accusato di omicidio volontario in relazione alla morte di Fatima Skika, la figlia di soli tre anni della sua compagna, caduta dal quarto piano del palazzo di Torino la sera del 13 gennaio 2022 e morta in ospedale il giorno dopo, è stato condannato all'ergastolo dai giudici della corte d'assise di Torino, che hanno accolto la richiesta di pena formulata dal pubblico ministero Valentina Sellaroli.

Poco prima che la corte si riunisse in camera di consiglio, l'avvocato Alessandro Sena, difensore dell'imputato, ha ribadito la tesi del suo assistito, ossia che non si sarebbe trattato di un omicidio (come invece era emerso dalle ricostruzioni della squadra mobile, dei periti inviati sul posto e dell'autopsia eseguita dal medico legale Roberto Testi) bensì di un tragico incidente. Ha ribadito anche che il suo cliente voleva bene alla bambina.

Il condominio di via Milano 18 a Torino
Il condominio di via Milano 18 a Torino

Nel corso del processo, d'altro canto, l'uomo aveva così raccontato la sua versione: "Stavo giocando con Fatima sul ballatoio. La lanciavo in aria. Lei rideva e salutava mamma che ci stava guardando dal balcone. Mi è scivolata dalle mani. Non so come sia successo. L’ho presa in braccio e abbiamo cominciato a giocare. Le dicevo ‘saluta la mamma’. All’improvviso mi è scivolata dalle mani e l’ho vista precipitare. Sono corso giù,  ma respirava a malapena. È stata colpa mia. Quella bambina era la mia famiglia. Le volevo bene e quel gioco le piaceva tanto".

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La ricostruzione di Azhar non ha però mai convinto i giudici. L'uomo è detenuto dal giorno stesso del decesso. L'accusa per lui era di avere lanciato deliberatamente la bambina dopo un litigio con la compagna, allo scopo di punire quest'ultima che lo aveva ripreso poiché era sempre ubriaco e alterato dalle droghe e perché la mattina precedente era stato condannato a otto mesi di reclusione.

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