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Getta palla di fuoco nel bosco, arrestato dipendente comunale piromane del messinese

A incastrare l’uomo sono state le immagini catturate da una telecamera, che mostrano il piromane gettare un innesco infuocato tra le sterpaglie.
A cura di Davide Falcioni
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Un dipendente del Comune di Librizzi, in provincia di Messina, è stato arrestato con l'accusa di aver appiccato un incendio su una vasta area boschiva di circa 100 metri quadri, in contrada S. Opolo, sulla strada provinciale Patti-San Piero Patti. L'uomo, le cui mansioni sono di addetto all’acquedotto ed operaio manutentore, lo scorso 17 settembre ha incendiato una zona ricca di sterpaglie e macchia mediterranea vicina a un complesso di case composto da circa 10 nuclei familiari, alcuni dei quali avevano all’esterno delle proprie abitazioni bombole di gas. Il rogo è apparso subito vasto, simile ad altri appiccati nella stessa zona nei giorni precedenti.

Le indagini condotte dai carabinieri si sono concentrate sulla visione di alcuni filmati registrati da videocamere appositamente predisposte e hanno inequivocabilmente dimostrato come il piromane abbia appiccato l'incendio dalla propria vettura, allungando il braccio dal finestrino lato guida e lanciando verso la vegetazione un innesco, costituito da una piccola palla di colore bianco, infuocata, che non appena ha toccato terra ha scatenato il rogo. Le indagini si sono avvalse anche della collaborazione di alcuni volontari del servizio di anti-incendio, i quali, oltre a partecipare alle operazioni di spegnimento, avevano installato delle ‘video trappole' che hanno reso possibile identificare l’uomo. Per lui sono scattati i domiciliari, con applicazione del braccialetto elettronico.

Nella sua ordinanza il gip di Patti ha definito l'incendio "di estrema gravità e, al pari di numerosi altri appiccati nella stessa zona nei giorni immediatamente precedenti (giorni 31 luglio, 2 agosto e 29 agosto). Senza il tempestivo e provvidenziale intervento dei primi soccorritori, le fiamme avrebbero potuto propagarsi irrefrenabilmente, in modo incontrollato e con elevata potenza distruttrice, alle circostanti aree boschive, alle aree cespugliate, alla vegetazione di macchia mediterranea e alle abitazioni presenti sui luoghi. L’intensità delle fiamme, l’elevata inclinazione del pendio in cui si è sviluppato l’incendio e la fitta vegetazione esposta al fronte del fuoco avrebbero potuto determinare il veloce e potenzialmente devastante avanzamento delle fiamme. Il massiccio dispiegamento di mezzi e uomini che si è reso necessario per domare l’avanzare delle fiamme (2 autobotti, tre volanti, 7 membri del Corpo Forestale, l’autobotte comunale e numerosi volontari) è la conferma della capacità offensiva delle fiamme sprigionatesi ed è indicativo della potenza distruttrice che avrebbe assunto il fronte di fuoco nel suo incontrollato propagarsi. Il "chirurgico" posizionamento dell’innesco alle pendici di una collina, ai piedi di una scarpata a elevata pendenza, a ridosso di una sede stradale circondata da vegetazione facilmente combustibile avrebbe potuto determinare il propagarsi delle fiamme ad alta velocità anche a causa del cosiddetto effetto camino".

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