Gessica, la mamma buttata fuori di casa dai parenti: “Ho due figli, aiutateci”
La storia di Gessica Signori è una di quelle vicende che stringe subito il cuore e che, purtroppo, dimostra le assurde falle giuridiche del nostro Paese. Lei, sposata e mamma di due ragazzi, Giovanni (16 anni) e Alessio (10 anni, nomi sono di fantasia, ndr) si è vista costretta ad affrontare una situazione al limite del surreale, tradita dai propri parenti che, in un modo o nell'altro, sono riusciti a plagiare l'anziana madre malata, mettendola contro l'intera famiglia di Gessica.
Ma facciamo un passo indietro.
La vicenda di Gessica e della sua famiglia parte nel 2011 quando sua madre decide di ospitare tutti dentro la propria casa di Montemurlo (Prato): l'abitazione è di proprietà dell'anziana donna, ma c'è una piccola quota suddivisa tra Gessica, suo fratello e la nipote.
Dopo la prematura scomparsa di una figlia (sorella di Gessica), la donna inizia ad avere notevoli problemi psicologici e, infine, contrae l'Alzheimer. Questo causa non pochi problemi all'interno dell'abitazione e iniziano a sorgere i primi contrasti con Giovanni, il figlio maggiore di Gessica, con il quale l'anziana donna divideva la camera da letto.
"I litigi avvenivano per questioni banali: purtroppo la casa non era grandissima e, per questo motivo eravamo costretti a dividerci la camera. Dormivamo in un letto a castello. Un giorno, addirittura, mia madre ha aggredito Gabriele – ci ha raccontato Gessica, che ha aggiunto -. Dopo qualche tempo la situazione era diventata molto pesante e mia madre ci ha cacciati di casa, dicendo che non voleva più vivere con noi. Mia nipote e mio fratello erano al corrente dei comportamenti di mamma, ma nonostante questo hanno deciso di voltarci le spalle, e di appoggiare la sua decisione".
La famiglia ha preso le sue cose e si è messa alla ricerca di un nuovo posto dove andare e con la voglia di denunciare il fatto alle Forze dell'Ordine: "Mia nipote non ha perso tempo a cambiare la serratura della porta di casa nostra, non potevamo più entrare", ha ammesso Gessica.
Grazie all'intervento dei Carabinieri, Gessica e la sua famiglia sono riusciti a ottenere nuovamente le chiavi per entrare nell'appartamento, ma al loro interno non ci sono più mobili. Non c'è più neanche l'anziana madre.
"Da quel giorno non l'ho più vista: ora si trova in una casa di cura. Dopo circa un anno che eravamo riusciti a rientrare dentro casa nostra, è intervenuto l'amministratore di sostegno di mia madre che ci ha prima invitato a pagare gli affitti arretrati, senza che ci fosse nessun contratto di locazione, e poi ci ha obbligati a lasciare l'appartamento. Anche il nostro avvocato era d'accordo e così siamo usciti, senza sapere dove andare", ha detto Gessica.
Torino viene individuata subito come la città da cui ripartire: lì sarebbe dovuta esserci una possibilità di lavoro per il marito di Gessica. Ma l'occasione non si concretizza e i due ora sono disoccupati, in cerca di lavoro e con due figli minorenni.
Ora vivono all'interno di un housing sociale nel capoluogo piemontese: la loro piccola sistemazione è piena zeppa di scatoloni, dentro i quali c'è la loro intera vita: "A fine marzo dovremo lasciare il residence, che ci costa 250 euro al mese che non abbiamo, e ci troveremo in mezzo alla strada, senza sapere dove poter passare la notte. Non abbiamo neanche i soldi per il cibo. La nostra denuncia, presentata nel luglio del 2015 nei confronti di mia madre, di mio fratello e di mia nipote (appropriazione indebita, scasso e violazione di domicilio) è ancora in fase di stallo alla Procura di Prato e potrebbe cadere in prescrizione", ha concluso Gessica.