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Gessica Disertore, cosa non torna sul presunto suicidio sulla nave Disney: l’analisi del medico legale

Fanpage.it ha intervistato il dottor Pasquale Bacco, il consulente medico legale che sta seguendo la famiglia di Gessica Disertore, la 27enne trovata morta il 27 settembre 2023 sulla nave da crociera Disney dove lavorava come pasticcera. Secondo Bacco, ci sono diversi aspetti che non tornano nel decesso della ragazza.
A cura di Eleonora Panseri
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Gessica Disertore
Gessica Disertore

Gessica Disertore, 27 anni, è stata trovata morta su una nave da crociera Disney più di un anno fa. Il 27 settembre 2023 i suoi familiari hanno ricevuto una telefonata da una persona dell'equipaggio che li informava del suicidio della ragazza. "Vostra figlia si è impiccata nella sua cabina", si sono sentiti dire i genitori.

Ma la mamma, il papà, il fratello e gli amici di Gessica fin da subito non hanno creduto a questa ipotesi. Da oltre 12 mesi stanno cercando di avere giustizia. La 27enne si sarebbe tolta la vita sulla nave dove lavorava come pasticcera e che il giorno del decesso aveva fatto tappa a Porto Rico. Qui le autorità locali avrebbero condotto le indagini in modo approssimativo e con gravi omissioni.

I familiari della ragazza si sono affidati all'avvocato Pasquale La Ghezza, al criminologo e criminalista forense Giancarlo Candiano e al consulente medico legale, il dottor Pasquale Bacco, che Fanpage.it ha intervistato per chiarire gli aspetti che non tornano nel decesso della ragazza.

Il dottor Pasquale Bacco, consulente medico legale della famiglia di Gessica Disertore.
Il dottor Pasquale Bacco, consulente medico legale della famiglia di Gessica Disertore.

Dottor Bacco, potrebbe spiegarci, da un punto di vista medico legale, cosa non torna nella morte di Gessica?

La prima cosa che vorrei dire è che parliamo di un impiccamento incompleto. La ragazza si sarebbe quindi impiccata toccando con i piedi per terra. Questo è un elemento fondamentale perché si tratta della forma di suicidio più difficile di tutti e per morire così non ci vogliono secondi ma diversi minuti.

Gessica, tra l'altro, non ha avuto la possibilità di lanciarsi ed è proprio questa la cosa che prima di tutto colpisce della scena. Io mi occupo spesso di suicidi nelle carceri e di impiccamenti incompleti ne vedo molti, ma tendenzialmente in soggetti fortemente debilitati o abbastanza anziani. Ragazzi che si uccidono così ne avrò visti 4 in trent'anni.

Nella morte da impiccamento gli arti tendono a muoversi vorticosamente nella fase finale, quella pre morte. Si tratta di un movimento involontario, provocato dall'asfissia. Nella maggior parte di questi casi troviamo molte lesioni ai piedi e dei grossi ematomi. Tutto questo in Gessica non c'è.

Un altro elemento non da poco è che non abbiamo una distribuzione del sangue sul corpo come in quello di un soggetto impiccato. Loro dicono che è così perché lo hanno trovato abbastanza in fretta. Ma il sangue scende per gravità: quando il cuore si ferma, va verso il basso. E questo elemento non c'è, è un fatto chiarissimo.

E a cosa ha pensato quando ha riscontrato questi elementi?

Quando si verificano queste cose, possiamo facilmente dire che il soggetto potrebbe essere morto prima e che sia stato poi appeso. Non c'è stato il lancio perché il gancio a cui la cintura sarebbe stata attaccata non lo avrebbe permesso, anche in relazione all'altezza da terra. Quindi, Gessica si sarebbe lasciata cadere lentamente toccando il pavimento.

Sul suo corpo sono stati trovati anche diversi ematomi.

Sì, dall'autopsia sono emersi altri due elementi, ematomi e lacerazioni sul viso. Le ferite che abbiamo trovato nella zona della bocca possono essere ricondotte a una mano. Ci sono anche ematomi diffusi che andrebbero spiegati. Si tratta di ematomi bilaterali, presenti in più punti, che fanno pensare più a un'azione esterna, allo scontro tra il corpo della vittima e un altro corpo.

Perché pensate che le indagini all'estero siano state approssimative?

La prassi è stata davvero anomala. Di fronte a un suicidio è facile che venga chiesta una contro perizia. Invece, in questo caso è stato fatto un po' di tutto per dire: "Così abbiamo deciso noi e basta". Purtroppo, ci sono tanti ragazzi italiani che vivono e muoiono all'estero, per diversi motivi. Ma c'è sempre un'attenzione massima delle autorità nel realizzare l'autopsia sul posto oppure a dare tutto il contributo.

Nel nostro caso noi invece non abbiamo nulla, giusto qualche foto rubata, e non abbiamo i risultati della prima autopsia. In più, il corpo è arrivato in Italia senza gli organi del collo che sono gli unici che subiscono lesioni nell'impiccamento. Questi non sono stati inviati in Italia, ma sarebbero stati rimossi e poi tecnicamente cestinati.

Eppure è lì che possiamo andare a individuare con certezza lesioni da impiccamento, al di là del solco sul collo. La ragazza è arrivata truccata in Italia e la rimozione degli organi del collo non è una prassi normale, soprattutto se si sa che ci sarà un'analisi successiva.

Se quello all'estero fosse stato l'unico esame, è chiaro che si può decidere se eliminare o meno una parte degli organi. Ma quando non avviene sul luogo di residenza, gli organi non si levano. E lì non c'erano la famiglia e la giustizia del paese d'origine.

La medicina legale ci dà delle indicazioni precise: nei casi di impiccamento incompleto bisogna sempre approfondire le indagini perché, come già detto, il più delle volte ci può essere qualcosa di simulato. È davvero molto difficile lasciarsi morire in questo modo ed è davvero raro nei casi dei soggetti giovani.

Cosa hanno rivelato gli esami tossicologici sul corpo di Gessica?

Gli esami tossicologici ci dicono che Gessica non prendeva tranquillanti e non era depressa, non era in terapia, non aveva un corpo che facesse pensare a una persona che avesse smesso di mangiare, era sportiva e tonica. Esiste una corrispondenza molto forte tra l'aspetto fisico e quello psicologico.

L'aspetto di un soggetto che si uccide lasciandosi morire appeso a una cintura non è quello della ragazza. Di solito troviamo soggetti obesi o trasandati, o che fanno abuso di farmaci. Gessica invece era una ragazza molto curata. E questo è un altro elemento importante riconducibile all'aspetto psicologico.

Ma l'imbalsamazione eseguita sul cadavere della ragazza ha influito molto sugli esami tossicologici, che a noi risultano negativi. Ci ha impedito di analizzare organi dove alcune sostanze tendono a persistere di più rispetto alle altre. Non ha compromesso in toto quello che può essere l'esame autoptico, ma ci dà un punto interrogativo su alcuni elementi. E anche le lesioni sul corpo potrebbero essere state condizionate.

Lei che idea si è fatto sull'accaduto?

Io al momento posso dire che la ragazza non si sia suicidata, ma che potrebbe aver subito un atto di violenza, volontario o non volontario non lo possiamo dire, ovviamente. Ci sono dei passaggi che possono far pensare a un qualcosa finito male, si tratta di un'ipotesi valida.

E in casi del genere si simula spesso l'impiccamento incompleto perché è quello più facile, dato che il "peso morto" è una cosa molto difficile da gestire in altro modo. Ci ha colpiti anche una leggera contrazione delle mani di Gessica e questo può stare a significare una sua incapacità di ribellarsi.

In ogni caso, il concetto da dare è che nelle condizioni di dubbio, il medico legale ha un unico obiettivo. Non quello di determinare i fatti con certezza, una cosa che farà un giudice, ma di mettere nelle condizioni tutti quelli che lavorano sul cadavere di capire. Se invece si sceglie di imbalsamare il corpo e di togliere gli organi, c'è qualcosa che non va.

Ora speriamo che la Procura, come ci è stato detto, appoggi la rogatoria internazionale. E avendo anche i risultati della prima autopsia, il quadro potrà essere sicuramente molto più chiaro.

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