Germania, otto anni al quindicenne richiedente asilo che uccise la fidanzata coetanea
Otto anni e sei mesi di carcere è la condanna per il giovanissimo, Abdul D., il quindicenne di origini afgane che uccise a coltellate l'ex, la coetanea tedesca Mia, a Kandel, lo scorso 27 dicembre. Questo il verdetto dei giudici sul femminicidio che sconvolse la Germania solo nove mesi fa, quando all'indomani dell'aggressione – avvenuta in un supermercato – l'opinione pubblica si rivoltò contro il governo puntando il dito, proprio come ora a Chemnitz, scatenando le proteste dell'ultradestra contro la politica migratoria di Angela Merkel.
Il delitto
Il giovane entrò nel supermercato di Kandel armato di coltello e si scaglio contrò la povera Mia durante quella che si ritiene essere stata una lite per gelosia. Al momento nel centro commerciale erano presenti circa 20 persone, tra cui alcuni amici della vittima. I ragazzi hanno assistiti atterriti alla scena senza riuscire a bloccare l'assassino ma riuscendo, tuttavia, a trattenerlo fino all'arrivo della polizia. Accusato di omicidio preterinzionale, il giovane avrebbe ottenuto, al massimo, in quanto minore, una condanna a dieci anni di detenzione.
Denunciato dal padre della vittima
Abdul aveva conosciuto Mia quando era ospite, come richiedente asilo (il ragazzo è sbarcato in Germania nel 2016), in un centro di accoglienza a Germersheime, città dove è avvenuto il delitto. L'adolescente era già noto alla polizia perché sospettato di un'aggressione nella scuola che frequentava. Non solo: anche nei confronti di Mia, prima dell'aggressione fatale il giovane avrebbe messo in atto condotte persecutorie per le quali sarebbe stato denunciato.