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Geo Barents: “Motovedetta libica voleva bloccare soccorso di cento migranti con manovre spericolate”

Oltre cento persone migranti erano in pericolo a bordo di una barcone di legno, e l’operazione di salvataggio della nave Geo Barents era già iniziata, quando la cosiddetta Guardia costiera libica è intervenuta con “manovre spericolate” per bloccarla. A raccontarlo è l’equipaggio. Sono servite oltre due ore per sbloccare la situazione.
A cura di Luca Pons
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L'equipaggio della nave Ong Geo Barents, che fa riferimento a Medici senza frontiere, è stato bloccato per ore dalla cosiddetta Guardia costiera libica mentre tentava di soccorrere un'imbarcazione in difficoltà che aveva oltre cento persone a bordo. A riportarlo è proprio Msf, che ha spiegato: "Una motovedetta della guardia costiera libica ha cercato di impedire alla Geo Barents di soccorrere un barcone in difficoltà. In acque internazionali". Sarebbero servite oltre due ore di negoziati per riuscire a portare a bordo le persone che si trovavano sul barcone. La situazione è stata particolarmente complessa perché l'intervento libico è avvenuto quando una parte delle persone era già stata trasferita: ci sono state quindi vere e proprie "scene di panico tra chi era rimasto nell'imbarcazione in difficoltà e chi era già in salvo a bordo della Geo Barents".

Il racconto di Geo Barents: "Ore di panico"

Fulvia Conte, responsabile dei soccorsi a bordo della Geo Barents, ha raccontato: "Le ultime due ore sono state caotiche e pericolose. Avevamo avvistato una barca di legno con oltre 150 persone a bordo, tra cui molti bambini, infanti, donne in pericolo". Mentre le operazioni di soccorso erano in corso, e alcune dozzine di persone erano già sulla Geo Barents, "una motovedetta libica si è avvicinata, ha ignorato tutte le nostre comunicazioni – in inglese e in arabo – ha iniziato a effettuare manovre spericolate, per impedirci di completare il salvataggio"

A quanto pare, la motovedetta avrebbe "inseguito uno dei nostri motoscafi pieni di superstiti, impedendogli di far sbarcare le persone che trasportava sulla Geo Barents, e ha provato a salire a bordo dell'altro motoscafo". Ci sono state "famiglie separate per ore", mentre si provava a "ricordare ai libici che in acque internazionali ogni capitano ha l'obbligo di dare assistenza a persone in pericolo". Dopo oltre due ore la motovedetta se n'è andata, "minacciandoci di future conseguenze. La situazione è inaccettabile".

Finora gli sbarchi sono calati del 67% rispetto all'anno scorso

Dall'inizio dell'anno fino al 15 marzo 2024, gli arrivi di persone migranti sbarcate in Italia sono stati 6.560, di cui 584 minori non accompagnati. Si tratta di un calo del 67% rispetto allo stesso periodo del 2023, quando gli sbarchi furono oltre il triplo: 19.937. Al contrario, il dato è in linea con il 2022, quando furono 6.263, e con il 2021, quando furono 6.041.

I dati sono quelli ufficiali diffusi dal ministero dell'Interno con il suo cruscotto quotidiano, e parlano di arrivi numerosi ma ben lontani dalle cifre record toccate lo scorso anno. Certo, i numeri furono più bassi nel 2020 (2.738) e soprattutto nel 2019 (solo 335 persone). Le cifre viste nel 2023 avevano avuto precedenti solo nel periodo 2016-2017. Allora i dati venivano aggiornati solo una volta al mese, ma da gennaio a marzo gli sbarchi erano stati 18.777 nel 2016 e ben 24.292 nel 2017. Resta da vedere l'andamento dei prossimi mesi: normalmente, un aumento si verifica soprattutto a partire da maggio, con l'apice nei mesi estivi.

Naturalmente, la quantità di sbarchi non è direttamente collegata agli interventi del governo italiano in carica. Ieri, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha affermato che dall'inizio dell'anno la Tunisia avrebbe bloccato 19mila persone che avevano intenzione di provare ad attraversare il mare, anche come conseguenza degli accordi tra il governo tunisino e l'Unione europea. Piantedosi non ha chiarito cosa sia accaduto poi a queste persone. Gli elementi da considerare comunque sono moltissimi, dalle situazioni dei Paesi di partenza alle condizioni meteo. Il rallentamento delle partenze, poi, non ha impedito che continuino le morti in mare, o le situazioni di pericolo come quelle raccontate da Geo Barents.

Il ministero dell'Interno riporta anche dove si trovano al momento le persone migranti negli hotspot – sono 712, tutte in Sicilia – e quelle centri di accoglienza. Si parla in totale di quasi 102mila persone, sparse tra le varie Regioni in base alla loro popolazione. Per quanto riguarda le persone arrivate in Italia quest'anno che hanno fatto richiesta di asilo, il Paese di provenienza più frequente è il Bangladesh (1.515 persone, quasi un quarto del totale). Segue la Siria (1.207), poi la Tunisia (721) e l'Egitto (645).

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