video suggerito
video suggerito

Genova: “Trasfusione sbagliata in clinica”, donna muore dopo l’operazione

All’anziana donna praticata una trasfusione con sangue non compatibile in una clinica di Rapallo. Dalla struttura spiegano: “Non neghiamo i fatti ma di per sé la trasfusione errata non può rivelarsi letale”
A cura di A. P.
26 CONDIVISIONI
Immagine

"Un'emotrasfusione non compatibile" effettuata durante un ricovero in clinica. Potrebbe essere questa una delle cause della tragica morte di Giovanna Perrone l'anziana donna di Savona morta sabato notte all’ospedale San Martino di Genova dove era stata trasferita dalla clinica di Rapallo in cui era stata precedentemente ricoverata. Sul caso la magistratura ha aperto una inchiesta proprio a seguito di una segnalazione dello stesso ospedale genovese dove si sono accorti dell'errata trasfusione effettuata durante un intervento chirurgico.

La donna di 80 anni era stata ricoverata all'inizio di agosto all’Iclas – Istituto clinico ligure di alta specialità – di Rapallo. Il 7 agosto viene sottoposta  ad un lungo intervento chirurgico che prevede subito dopo una trasfusione. Da Rapallo chiedono una sacca del sangue necessario al centro trasfusionale del San Martino, che la invia. A questo punto qualcosa va storto. Come hanno scoperto successivamente al centro trasfusionale del San Martino leggendo la scheda obbligatoria che dall’istituto rapallese è stata compilata a seguito della trasfusione stessa, alla donna viene dato il sangue sbagliato.

Le condizioni di Giovanna Perrone dopo qualche giorno peggiorano a seguito di una grave insufficienza renale e la donna deve essere sottoposta a dialisi. Viene trasferita proprio a Genova dove inizialmente le condizioni paiono stabilizzarsi, negli ultimi giorni però un progressivo aggravamento e il decesso. La Procura ha già incaricato la polizia giudiziaria di acquisire le cartelle cliniche e probabilmente autorizzerà l'autopsia sul corpo per stabilire le esatte cause di morte, ma in base alle testimonianze e ai riscontri fin qui raccolti sicuramente è stata usata una sacca di sangue destinata a un altro paziente, quindi incompatibile.

"Non si può nascondere che vi sia stato un errore umano, non neghiamo i fatti, ma è per noi fondamentale specificare alcuni aspetti" tiene a sottolineare Sandro Mazzantini, il direttore generale dell’Iclas, aggiungendo: "Va ribadito innanzitutto che di per sé la trasfusione errata non può rivelarsi letale, e che abbiamo sempre rispettato procedure rigide, ma evidentemente qualcosa non ha funzionato. Attendiamo di capire se l’incompatibilità del gruppo sanguigno sia stata una concausa del decesso, siamo vicini alla famiglia e a disposizione dei magistrati".

26 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views