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Genova, terzo giorno di sciopero dei lavoratori dell’Amt. Il Prefetto: “Sanzioni da 500 a 1.000 euro”

Per il terzo giorno consecutivo i lavoratori dei trasporti pubblici incrociano le braccia contro la privatizzazione voluta dal sindaco Marco Doria dell’azienda Amt. Il prefetto intanto minaccia: “Sanzioni da 500 a 1000 euro”.
A cura di D. F.
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UPDATE: Il Prefetto di Genova Giovanni Balsamo ha lanciato un duro avviso ai lavoratori della Atm che scioperano da tre giorni: "Abbiamo inviato oggi le prime notifiche ai lavoratori, applicheremo tutte le sanzioni previste per l’interruzione del pubblico servizio. Bisogna essere consapevoli che questi comportamenti hanno delle conseguenze. Le sanzioni variano da 500 a mille euro. Stiamo anche verificando se ci sono sottospecie di reato riguardo a eventi come l’interruzione del Consiglio comunale e l’interruzione della circolazione stradale".

A Genova i lavoratori della Amt hanno deciso ieri sera di indire il terzo giorno di sciopero del trasporto pubblico locale. Alla protesta, scattata due giorni fa, hanno aderito anche i dipendenti di Amiu (rifiuti) e Aster (manutenzioni), altre due aziende municipalizzate che rischiano di essere "privatizzate" dall'amministrazione comunale del capoluogo ligure, che non riesce a far fronte ai debiti contratti. La manifestazione ha vissuto martedì anche momenti di tensione, con il blitz dei lavoratori in Consiglio Comunale e le ripetute minacce al sindaco, costretto ad andarsene scortato dalla polizia municipale. Di fatto, comunque, per il terzo giorno consecutivo i cittadini genovesi vivono pesanti disagi: dato che non circola nessun mezzo pubblico, si può circolare solo con quelli privati oppure a piedi. Ciononostante la solidarietà dei cittadini verso i lavoratori è molto alta.

In questo quadro si inserisce il Movimento 5 Stelle di Genova, che sul blog di Beppe Grillo ha avanzato delle proposte ed espresso vicinanza ai dipendenti pubblici: "Il Comune di Genova è intenzionato a privatizzare le cosiddette "Partecipate", ossia quelle aziende erogatrici di servizi come Trasporto pubblico, raccolta dei Rifiuti Urbani, farmacie comunali, in proprietà totale o a maggioranza del Comune stesso (gli altri soci sono comunque in gran parte "istituzionali" come Regione o Camera di Commercio). Dopo un percorso durato circa cinque mesi e dopo un'estenuante trattativa nella maggioranza è stata presentata una nuova delibera che permette l'accesso a soci privati".

Il Movimento ha quindi proseguito: "La gestione di queste aziende non è stata trasparente, né meritocratica, né efficiente, bensì caratterizzata come sempre dagli interessi clientelari di questa politica e soprattutto del pdmenoelle genovese col suo codazzo di sindacalismo d'accatto. Per questo i Consiglieri Comunali del M5S di Genova hanno presentato un emendamento e un ordine del giorno per sostituire integralmente la Delibera Comunale puntando al ribaltamento dei modelli gestionali e decisionali: dovrà essere presente un organo decisionale formato da cittadini e lavoratoriche concorra pariteticamente alla formazione del Piano Industriale, alla gestione e al controllo delle Aziende nonché alla verifica dei risultati e dei livelli di soddisfazione mantenendo il controllo strettamente pubblico. La protesta dei lavoratori e dei cittadini contro la delibera sulle "Partecipate", culminata con l'occupazione della Sala Rossa del Municipio, marca in maniera indelebile la frattura tra la parte sana della Città e questa classe politica di zombie, che non sa più intercettare i veri e reali bisogni dei cittadini, che non sa proporre altro che la svendita dei beni comuni e lo smantellamento dei servizi e che si limita a lanciare per bocca del Sindaco Marco Doria – in questo per nulla diverso da Enrico Letta – solo vuoti slogan, capaci soltanto a far crescere le tensioni sociali. Ora più che mai si evidenzia la necessità di una vera rivoluzione che cambi alle radici questa politica e questa città."

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