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Genova, rose bianche sul banco della piccola uccisa da padre poliziotto: “Sempre con noi”

Resta ancora il mistero sul movente che ha scatenato la furia omicida di Mauro Agrosì, l’agente che ha ucciso in casa le figlie Martina e Giada, di 14 e 10 anni, e la moglie Rosa.
A cura di Antonio Palma
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Un grosso mazzo di fiori bianchi decine di scritte, tutte con un unico tema: "Quel banco resterà sempre tuo perché sarai sempre con noi ". È il pensiero che le compagne di scuola hanno voluto lasciare in memoria della 14enne Martina Agrosì, l'adolescente uccisa in casa dal padre poliziotto, Mauro Agrosì, insieme alla sorella Giada di 10 anni e alla mamma Rosa Prete nella strage di Cornigliano, a Genova. Un ricordo condiviso, con un minuto di silenzio prima delle lezioni, da tutta la scuola, il liceo Linguistico Gobetti di largo Gozzano, che ha predisposto  ora anche un servizio di consulenza psicologica per i compagni di scuola perché, come ricorda il preside dell’istituto, "è ovvio che si pongano la domanda: può succedere anche a me?".

Proprio un post scritto dalla 14enne sulla sua pagina Facebook poche ore prima della strage ora è al vaglio degli inquirenti per cercare di capire se si riferisse alla sua famiglia o era un semplice sfogo di una adolescente. Intanto l'autopsia sui corpi ha confermato che le vittime sono state sorprese nel sonno a colpi di arma da fuoco dall'uomo ma ha smentito che fossero state stordite, come si era ritenuto in un primo momento, visto che non vi è presenza di sedativi nel sangue di madre e figlie.

Ancora oscuro invece il movente dietro la strage familiare compiuta da Mauro Agrosì. Secondo il medico curante l'uomo non era malato né aveva mai manifestato sintomi di stress. Per questo gli inquirenti ora stano cercando di capire cosa si nascondeva di così grave nella vita dell'uomo tanto da scatenare la sua furia omicida. Nel mirino in particolare eventuali debiti di gioco.

Secondo i primi accertamenti, sembra che l'uomo avesse smesso da alcuni mesi di comprare gratta e vinci dopo un periodo di gioco ossessivo ma non è escluso che possa aver contratto nel frattempo debiti con qualcuno che non era più disposto ad aspettare. Come scoperto dalla squadra mobile di Genova, che conduce l'inchiesta coordinata dal pm Emilio Gatti, l'uomo infatti da poco aveva chiesto anche un altro prestito all'Inps, con la cessione del quinto, oltre a quello ottenuto dalla banca.

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