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Genova, marea nera ancora minacciosa dopo il cedimento dell’argine del Polcevera

Inizia tutto domenica 17 aprile, quando durante un trasferimento di petrolio si rompono alcune condutture. Il materiale oleose arriva al torrente Polcevera e, in parte, al mare. Elevate le dighe, il pericolo viene innalzato dalle piogge.
A cura di Danilo Massa
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Animale soccorso dall'Enpa durante la marea nera in Liguria (@Giula Molinari/LaPresse).
Animale soccorso dall'Enpa durante la marea nera in Liguria (@Giula Molinari/LaPresse).

Il riversamento di petrolio nel torrente Polcevera in provincia di Genova occupa (e preoccupa) amministrazioni locali, maestranze e cittadini per una settimana. L'Iplom, la società che gestisce il trasferimento di petrolio, ha assicurato di poter ripulire le coste del 90% del materiale inquinante che, almeno in parte, è arrivato in mare. L'Enpa, intanto, lancia l'allarme e soccorre decine di animali.

L'incidente di domenica 17 aprile

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Domenica 17 aprile i vigili del fuoco erano al lavoro per limitare i danni dovuti alla rottura di quattro condutture dell'Iplom. L'incidente, verificatasi intorno alle 20, ha rivelato subito i pericoli possibili, con il greggio che raggiungeva il torrente Polcevera e la contaminazione del Rio Pianego. Da qui il pericolo di arrivare a mare e la possibilità di evacuare alcuni palazzi per questioni di sicurezza. Nelle ore successive si apprende che l'incidente si è verificato in Valpolcevera durante un trasferimento di greggio da una nave nel porto Petroli di Multedo alla raffineria di Busalla. Intanto le squadre dei vigili del fuoco continuano a lavorare per ridurre i danni, mentre incombe sempre di più il pericolo del maltempo e della possibile perdita di controllo della marea nera. Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti paventa la possibilità di chiedere lo stato di emergenza.

I danni e l'accusa dell'Enpa

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Una parte del petrolio e delle altre parti inquinanti arriva in mare, ma il più è stato arginato e circoscritto al Polcevera. A due giorni dall'incidente si esclude il sabotaggio. I vigili del fuoco, che non cessano dall'opera di messa in sicurezza della zona, possono esultare per il momentaneo successo: "Scongiurato un disastro". Ciononostante la limitazione dei danni non ha salvato le centinaia di animali danneggiati dalla fuoriuscita di petrolio: pesci morti e decine di volatili soccorsi dall'Enpa che lancia l'allarme.

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La paura delle piogge

"Lo stato di emergenza probabilmente non sarà necessario", registra Toti, ma si avverte la necessità di agire il più velocemente possibile in vista delle piogge attese per sabato 23 aprile. Mentre gli operai della Iplom temono di poter perdere il posto dopo l'incidente, l'azienda assicura: "recupereremo il 90% del petrolio [scaricato nel torrente, NdR]".

Il cedimento dell'argine e lo stato di emergenza locale

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Ancora problemi sul riversamento di petrolio nel Polcevera, il torrente che si sviluppa nella provincia di Genova e nel quale si sono registrati nei giorni scorsi riversamenti di greggio provenienti dalle condutture dell'Iplom. Per contenere la marea nera, che minacciava di raggiungere il mare attraverso il torrente ligure, era stato elevato un argine rivelatosi efficace sul momento, ma non quando la persistenza delle piogge ha elevato ulteriormente il livello delle acque. Gianni Crivello, assessore alla Protezione civile del Comune di Genova, ha espresso il proprio auspicio: "Speriamo che reggano le panne di contenimento". Intanto è stato aperto un secondo argine contro l'eventualità che l'insistenza della pioggia accresca i rischi di sversamento del petrolio in mare. Annunciato lo stato di emergenza locale.

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