Genova, ingegnere cade dalle scale e muore. Aveva perso la fidanzata nel terremoto de L’Aquila

La procura di Genova ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti per la tragedia avvenuta ieri in una palazzina dello scalo ferroviario di Genova Principe, dove ha trovato la morte, a soli 29 anni, Luca D’Angelo, precipitato dal quarto piano di una scala esterna dell’edificio. I fatti sono avvenuti intorno alle 9. Il ragazzo, residente a Telese Terme (in provincia di Benevento), sarebbe uscito dall’ufficio sul pianerottolo per fumare una sigaretta. Nessuno ha assistito alla caduta, ma sul fatto che si tratti di un incidente non ci sarebbe alcun dubbio: come riporta il Secolo XIX, infatti, Luca, alto un metro e 80, aveva l’abitudine di andare a fumare appoggiandosi a una balaustra a protezione della scala forse troppo bassa per la sua altezza, tanto che alcuni colleghi gli avevano già più volte detto di stare attento a non cadere. Ed ora la magistratura vuole vederci chiaro: sono state avviate indagini sulla regolarità del parapetto; secondo le prime informazioni la balaustra sarebbe alta solo 90 centimetri, contro i 100 chiesti dalla legge.
La morte di Luca ha lasciato sotto choc tutta la zona sannita. La famiglia D’angelo era particolarmente conosciuta e apprezzata non sono a Telese Terme: il padre di Luca è un ingegnere della Provincia di Benevento, dove lavora nel settore dell’Edilizia scolastica. E lo stesso Luca era molto conosciuto, anche e soprattutto per la sua grande forza, dimostrata in un altro episodio drammatico, nel 2009, quando nel terremoto dell’Aquila in Abruzzo aveva perso la vita la sua fidanzata Maria. “Non ci sono parole, faccio fatica a commentare quanto è accaduto – dice il sindaco di Telese Terme, Pasquale Carofano – lo conoscevo sin da bambino. Un ragazzo eccezionale, brillante, talentuoso. Il suo percorso ci aveva resi orgogliosi. Posso esprimere il mio cordoglio personale e credo di poter riportare le lacrime di tutti i telesini, di tutta la nostra comunità, dove spesso vita e storie sono patrimonio condiviso così come il dolore per un episodio, amplificato poi dalla giovanissima età e dal particolare periodo di festa, al quale difficilmente si può restare indifferenti”.